Velocizzare i cantieri, realizzare in tempo le opere pubbliche. È questo l’obiettivo del nuovo Codice degli Appalti, che ha ricevuto il via libera del Governo e che dovrà essere discusso dal Parlamento. Si tratta di una riforma che ricade nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa, che il nostro Paese deve attuare per ricevere le rate dei finanziamenti europei: entro dicembre dobbiamo raggiungere 55 traguardi e finora ne abbiamo superati 40. Il Governo è ottimista sul PNRR, così come sullo snellimento delle procedure per costruire ponti e strade. "Questo nuovo codice dovrà tagliare burocrazia, tagliare tempi persi, tagliare sprechi e offrirà più lavoro, viene incontro alle esigenze delle piccole e medie imprese e permetterà di aprire cantieri in tempi molto più veloci". Tra i punti più importanti -ha spiegato il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini- c'è il cosiddetto appalto integrato, cioè la stessa società potrà progettare ed eseguire tutti gli appalti, non solo quelli più grandi. Si allargano, poi, le maglie per affidare lavori senza bandi, alzando la soglia per l’assegnazione diretta. Sulle critiche mosse dall’ANAC, l’autorità anticorruzione, Salvini ha spento le polemiche ricordando che gran parte di queste norme sono state scritte dai magistrati del Consiglio di Stato. Intanto, Palazzo Chigi ha approvato un altro provvedimento legato al Piano Nazionale di Ripresa che dovrebbe garantire più concorrenza nei servizi pubblici locali. La novità principale è che sarà più difficile per Comuni e Regioni assegnarli senza gara ad aziende municipalizzate, come nel caso del trasporto pubblico: non solo bus e tram ma anche treni dei pendolari. Oltre una certa soglia, stabilita a livello europeo, l’affidamento infatti dovrà avvenire con bando, aprendo così -più di adesso- la porta ai privati. A meno che non si dimostri che la società pubblica o partecipata è più efficiente e meno costosa, una circostanza spesso smentita dai conti in rosso delle aziende locali.























