Sì, vedremo se quella europea sarà una nuova missione navale per proteggere l'area tra Mar Rosso, Stretto di Hormuz e Oceano Indiano, che è chiave per i trasporti commerciali ed energetici globali. Ma non sarebbe la prima missione. Allora andiamo a vedere quali sono le altre operazioni in corso. Partendo da Prosperity Guardian, che è quella di cui vi stiamo parlando moltissimo nelle ultime settimane, lanciata alla fine di dicembre, con a capo Stati Uniti e Regno Unito, che sta al mandato proprio di bombardare i siti militari huthi nello Yemen e difendere le navi commerciali anche da attacchi e droni. Andiamo a vedere quali sono però le altre operazioni dislocate nell'area. Per esempio quella Atlanta. Già un'altra missione europea. Questa va un po' più indietro nel tempo, deriva dal 2008 ed è nata con lo scopo di proteggere i traffici commerciali dalla pirateria. Va detto che in realtà negli ultimi anni le operazioni si sono molto ridotte, anzi azzerate, perché evidentemente ha avuto anche successo proteggere il Corno d'Africa e quell'area di mondo. C'è una terza missione. In realtà ci dobbiamo spostare leggermente più a nord nello Stretto di Hormuz ed è quella Agenor a guida francese, ideata dalla Francia cui però partecipano anche l'Italia, partecipa la Germania ed altri sei paesi europei. Questa per proteggere quell'altro stretto che è fondamentale per i traffici energetici da Iran, Arabia Saudita e altri paesi. Quindi già ci sono diversi dispositivi dislocati e ce ne sono addirittura anche in realtà altri. Per esempio non so se ricordate la nave Fasan che è una fregata che adesso è stata sostituita dalla Martinengo. Quindi in realtà navi militari ce ne sono diverse nell'area. Andiamo a vedere perché. Perché da lì, dal Mar Rosso, transita il 12% del traffico globale di merci, il 9% di petrolio e raffinati. Se facciamo un focus e restringiamo il cerchio sull'Italia vediamo dei numeri importanti per le importazioni italiane: il 16% di mobili, legno, ceramica; addirittura il 25% di petrolio e raffinati e il 33% per il tessile e l'abbigliamento. Moltissime delle merci che arrivano dalla Cina passano da quelle acque. E quindi se quel tratto di mare non è sicuro cosa devono fare le navi commerciali? Allungare la rotta e passare per il Capo di Buona Speranza che però richiede 10 giorni in più di navigazione, un milione di dollari in più di costi solo per ogni singola nave. Vediamo cosa stanno scegliendo le compagnie marittime. In effetti il traffico è -48% nel Mar Rosso rispetto a un anno fa, questa era la giornata del 21 gennaio, +87% dal Capo di Buona Speranza. Quindi evidentemente si sceglie la sicurezza piuttosto che la rapidità. Ma questo ha un prezzo. E lo vediamo subito. Trasportare un container da Shanghai a Genova è passato da circa 2.000 dollari a sostanzialmente 6.000, è triplicato, e questo avrà un impatto ovviamente anche sui prezzi di tutti i giorni.