Promette di riguardare la maggior parte degli agricoltori ma non tutti la nuova versione dello sconto sulla tassa che pesa sui terreni. Per sette anni non si è pagata, l'ultima manovra aveva stabilito un suo ritorno ma la protesta dei trattori ha spinto il Governo a un passo indietro. Parliamo dell' IRPEF sui campi dalla quale sarà esentato completamente chi ha un reddito fino a 10000 euro l'anno, mentre chi arriva a 15000 ne verserà solo la metà. In pratica solo chi risulta più ricco per il fisco avrà sulle spalle questa tassa e dovrebbe trattarsi di un esigua minoranza. La misura che riguarda principalmente i coltivatori diretti si traduce in uno sgravio di poche decine di euro l'anno ma ovviamente ha un costo per lo Stato, che dovrebbe aggirarsi quest'anno in 220 milioni. Le risorse necessarie sarebbero state trovate per così dire con una scommessa e cioè il gettito che lo Stato conta di poter avere con la riforma fiscale ancora da attuare per intero. Una circostanza che dà la cifra del nodo sorto intorno alla questione con i partiti della maggioranza in pressing per esentare tutti e il Ministero dell'Economia a far da argine e cercare un compromesso per contenere la spesa. Non si tratta di molti denari considerate le dimensioni del bilancio pubblico ma evidentemente il Governo non vuole creare buchi. Sempre per venire incontro agli agricoltori sarà posticipato a fine hanno l'obbligo di assicurazione dei mezzi agricoli con più di 40 anni che non circolano su strada e dovrebbe essere rafforzato il fondo col quale i coltivatori possono ottenere prestiti agevolati.