Lo sconto sulla tassa dei terreni agricoli ci sarà ancora, ma non per tutti. Una marcia indietro parziale, quindi, quella del Governo che con l'ultima manovra, approvata meno di due mesi fa, aveva reintrodotto questo tipo di imposta. Per venire incontro a chi protesta coi trattori, dunque, l'esenzione continuerà a esserci, è in vigore da sette anni, solo per chi ha un reddito agrario, cioè quello frutto del lavoro sui campi, fino a 10mila euro l'anno. Una scelta, quella di non dispensare tutti i diretti interessati, che Palazzo Chigi giustifica con la volontà di andare in aiuto a chi è più difficoltà e che, allo stesso tempo, rende meno onerosa la misura. L'agevolazione nel 2023 è costata circa 150 milioni, ma non prorogandola ha tutti dovrebbe pesare meno sui conti pubblici, tanto che si stima in 100 milioni. Non parliamo di cifre esorbitanti se consideriamo il bilancio plurimiliardario dello Stato, ma le nostre finanze non godono di buona salute e l'Esecutivo da tempo ha sposato la linea della prudenza. Ma quanti beneficerebbero dello sconto Irpef? Cifre ufficiali non ce ne sono, Coldiretti sostiene che lo sgravio riguarderà 387mila agricoltori, aggiungendo che si tratterebbe del 90% di chi finora non aveva pagato l'imposta. Stime tutte da verificare in attesa di riscontri ufficiali. I risparmi per ciascun agricoltore, comunque, dovrebbero aggirarsi intorno a poche decine di euro all'anno, considerando che in passato, quando l'esenzione riguardava tutti, si evitava di versare al fisco in media tra i 50 e i 300 euro. Accanto a questa misura, il Governo ha poi promesso di potenziare il fondo per ottenere prestiti agevolati, ci sono, ha detto Giorgia Meloni, 80 milioni a disposizione, e di posticipare di sei mesi l'obbligo di assicurazione dei mezzi agricoli che non circolano su strada e che riguarderebbe due milioni di trattori.