Uno dei motivi della protesta dei trattori è l'IRPEF, cioè l'imposta sui redditi dei terreni agricoli. Questa tassa si paga per il solo fatto di essere proprietari di un campo o perché lo si coltiva, a prescindere dai guadagni e in base a parametri prestabiliti. Un balzello che si somma a quelli sulle altre entrate finendo per alzare il carico fiscale. Per sette anni, questa tassa è stata congelata, ma con l'ultima manovra, il Governo non ha prorogato lo sgravio. A beneficiarne sono circa 400mila contribuenti con un buco per le casse dello stato stimato in circa 200 milioni di euro all'anno. Gli agricoltori, come detto, non protestano solo per questo, e tra le loro ragioni c'è la richiesta di aiuti. Su questo versante, Giorgia Meloni negli ultimi tempi ha detto a più riprese che si è fatto molto per il settore, in particolare, col Piano Nazionale di Ripresa che Palazzo Chigi ha voluto cambiare. La trattativa con Bruxelles che finanzia il PNRR è iniziata in estate e a novembre è arrivato il via libera comunitario alle modifiche con le quali i fondi per l'agricoltura sono passati da circa 4,9 miliardi ha quasi 7,8. Si tratta di denari in più ottenuti dopo un lungo negoziato per la maggior parte di miliardi per sovvenzioni che puntano a migliorare la produzione riducendo l'inquinamento. La fetta restante circa 850 milioni invece è destinata agli incentivi per l'installazione di pannelli solari.