L'economia italiana continuerà a marciare, ma a un ritmo più lento di quello sperato. A seminare incertezze sono inflazione e guerra, ma incombe anche l'emergenza idrica, dovuta alla siccità e a una rete colabrodo. Il conflitto in Ucraina ha acuito il rialzo dei prezzi dell'energia iniziato l'anno scorso e a cascata, la vita è più cara. Per cui, ci dice l'ISTAT nel suo rapporto annuale, le prospettive nel 2022 sono di gran lunga più basse di quelle dell'anno scorso, quando il Prodotto Interno Lordo è balzato dopo il tonfo causato dalla pandemia. Il nostro Paese, nei primi mesi di quest'anno, è tornato ai livelli precedenti all'esplosione del Covid, ma le ferite sono tante. L'occupazione ha recuperato, tornando molto vicina alle quote del febbraio 2020, ma le disuguaglianze si sono accentuate, colpendo ancora di più le fragilità esistenti: donne, giovani, immigrati e Mezzogiorno. 5 milioni di Italiani, sottolinea l'Ufficio di Statistica, hanno stipendi bassi, sotto i 12mila euro l'anno e scarse tutele. Sono i cosiddetti lavoratori non standard. È su questa fascia di popolazione e su quelle ancora più sfortunate, che pesa maggiormente l'inflazione, che comunque colpisce tutti: la risalita dei prezzi mangia i salari, portando a una diminuzione reale delle retribuzioni di oltre un punto percentuale. In questo quadro, la povertà assoluta, cioè la capacità di comprare beni e servizi essenziali, è rimasta stabile, ma solo, precisa l'ISTAT, grazie al Reddito di Cittadinanza e a quello d'Emergenza, che hanno impedito un milione di indigenti in più. Tra luci e ombre, intanto, prosegue l'invecchiamento della popolazione, che continua a diminuire, siamo meno di 59 milioni, si mettono al mondo meno figli e per la prima volta, i single superano le coppie con bambini.























