La povertà è aumentata in tutto il Paese nel 2022 ma al Sud si sono registrati livelli più alti. Lo rivela il rapporto Svimez sull'economia e la società del Mezzogiorno che mostra come le famiglie a basso reddito siano prevalentemente concentrate nelle regioni meridionali. + 250 mila rispetto al 2020 a fronte di un - 170 mila registrato al centro-nord. Dati questi che pongono ancora una volta in evidenza il divario che c'è fra il nord e il sud del Paese che si presenta spaccato in termini di economia, lavoro, servizio ed emigrazione. Nonostante dopo la pandemia nel meridione la ripresa dell'occupazione sia stata più accentuata rispetto al Nord. La causa di questa frattura, spiega il dossier, è da attribuirsi alla crescita dell'inflazione che ha colpito maggiormente le fasce più deboli della popolazione che hanno un basso reddito e che sono concentrate nelle regioni del Mezzogiorno. Nel biennio 2024-2025 comunque il Paese potrà contare sull'effetto del PNRR. Secondo le stime del rapporto è proprio grazie agli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che nel mezzogiorno si eviterà la recessione. Un capitolo del rapporto si concentra sull'occupazione femminile che al Sud presenta un tasso fra i più bassi rispetto alla media europea, che è al 72,5%. A penalizzare le donne in cima alla lista ci sono la carenza di servizi e di assistenza alla famiglia. La fotografia è quella che è rimarca una fuga dal Sud. Dal 2002 al 2021 hanno lasciato il Mezzogiorno oltre 2,5 milioni di persone, in prevalenza verso il Centro-Nord.