Le elezioni in autunno, non saranno una novità solo per gli elettori, ma anche per i tecnici del Ministero dell'Economia che dovranno preparare la Legge di Bilancio con tempi completamente rivoluzionati rispetto al passato. A rigor di legge, il nostro Paese, deve presentare la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, la NADEF, entro il 27 settembre. Il documento programmatico di bilancio entro il 15 ottobre e approvare la Legge di Bilancio vera e propria, entro la fine dell'anno. I primi due atti presentano i conti economici del Paese e in passato sono già stati oggetto di una certa flessibilità, pur di rispettare le scadenze. Nel 2019, per esempio, con il secondo Governo Conte entrato in carica da appena due settimane, la NADEF fu approvato in una versione semplificata. La Legge di Bilancio però è un'altra storia, perché non può essere diluita, né è mai stata approvata da un Governo dimissionario, responsabile degli Affari Correnti. Ma d'altra parte la scadenza è perentoria: entro la mezzanotte del 31 dicembre va votata definitivamente dal Parlamento, pena l'esercizio provvisorio. Il bilancio dello Stato entrerebbe cioè, in modalità a pilota automatico, destinando alle singole voci di spesa, le somme dell'anno precedente, divise mensilmente. I casi allora sono due. Se dalle elezioni dovesse uscire una Maggioranza chiara in Parlamento, il nuovo Governo potrebbe già entrare in carica entro metà novembre e allora ci sarebbe tutto il tempo per l'Esecutivo per scrivere il bilancio. Se invece si dovessero ripetere i tempi delle ultime due elezioni, allora il Governo Draghi potrebbe approvare una Legge di Bilancio di ordinaria amministrazione, condividendone i contenuti con le forze politiche. Così si eviterebbe l'esercizio provvisorio, una condizione mai verificatasi negli ultimi decenni in Italia, nonostante non sia una novità per Paesi come Spagna e Germania. Nella circolare che delinea il perimetro degli Affari Correnti, il Governo si è impegnato da approvare decreti legge per adempiere a quanto prescritto dalla Costituzione, che all'articolo 81, in effetti richiede ogni anno di approvare il Bilancio dello Stato.























