A una settimana dall'atteso vertice a 27, dopo giorni di intensi bilaterali, il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel presenta la sua proposta di compromesso. Il Recovery Fund, innanzitutto, resta nell'impostazione della Commissione, 750 miliardi, un terzo prestiti e due terzi sussidi. Abbiamo bisogno di sovvenzioni – spiega Michel – alcuni Stati hanno già un alto debito, farlo crescere diventerebbe un problema non solo per loro, ma per tutto il mercato unico. Messaggio chiaramente rivolto ai cosiddetti frugali. Ma la proposta di Michel contiene anche alcune novità, cambia parzialmente il criterio di allocazione dei fondi, tra i Paesi, ora, potrebbe uscirne penalizzato l'est, ma forse non l'Italia. Non sarà più la Commissione poi a valutare i piani di riforma nazionale che gli Stati beneficiari dovranno presentare, a dare il via libera saranno infatti i 27 Governi, con un voto a maggioranza qualificata, proposta che piacerà a olandesi e altri rigoristi. Quanto alle risorse per ripagare l'emissione di debito, si partirebbe già l'anno prossimo con una tassa sulla plastica, poi, in futuro, tributi su emissioni nocive e giganti del web. L'ammontare complessivo del bilancio settennale europeo viene rivisto un po' al ribasso, anche se non quanto chiesto dai frugali, che però conserverebbe il ghiotto privilegio degli sconti sulle contribuzioni. Previsti anche 5 miliardi per le conseguenze della Brexit che potrebbero fare comodo soprattutto all'Olanda. Tutti i fondi sarebbero legati al rispetto dello stato di diritto, condizione che però ha già scatenato l'opposizione di Orban. Quella ungherese non è l'unica reazione negativa, anche la Finlandia si è affrettata a giudicare insufficiente la proposta. Posizioni che però nascondono anche tanta tattica negoziale.