I Ministri convincono Mario Draghi. Il Piano Nazionale per la Ripresa viaggia al ritmo giusto, è positiva la valutazione che Palazzo Chigi ha fatto sulle relazioni chieste ai vari dicasteri che gestiscono gli aiuti europei del Recovery Fund. Il Capo del Governo voleva una ricognizione per capire se il programma da oltre 190 miliardi fino al 2026 sta marciando alla velocità richiesta. É il quadro emerso dal Consiglio dei Ministri descrive così lo stato d'attuazione: al 31 gennaio sono stati emanati 113 bandi per un valore di quasi 28 miliardi e ne risultano aperti 48, per un importo di risorse da assegnare pari a 23,17 miliardi. Ricordiamo che i denari Bruxelles li dà a Roma a rate e solo se vengono rispettati una serie di impegni diluiti nel tempo. L'Italia ha ricevuto l'estate scorsa una prima trance, da quasi 25 miliardi, a titolo di prefinanziamento in pratica sulla fiducia mentre si attende il via libera comunitario di altri 24 miliardi per avere fatto quanto richiesto l'anno scorso. Entro giugno bisogna centrare altri 45 obiettivi, dei quali tre sono stati raggiunti, bisognerà quindi fare in fretta per completare in tempo i compiti a casa e poter così ottenere altri 24 miliardi. La corsa ovviamente dovrà poi continuare nei semestri successivi in questa prima fase che appare la più importante per dare una spinta alla nostra economia. Tornando agli obiettivi più urgenti nel lungo elenco troviamo il taglio della spesa, bisogna stabilire i parametri per il prossimo biennio, la riforma fiscale da completare, il codice degli appalti, la gestione dei rifiuti e la nuova organizzazione dell'assistenza sanitaria a livello territoriale. Ci sono anche appalti miliardari come quello per la banda ultralarga, i contratti per lo sviluppo dell'idrogeno e misure per il lavoro, come le assunzioni nei tribunali e la carriera degli insegnanti.