I primi bandi per avviare le opere finanziate col Recovery Fund potrebbero arrivare nel giro di un mese, quando ancora mancheranno alcune delle riforme promesse all'Europa. Parliamo delle riforme di concorrenza e fisco da presentare secondo il calendario inviato a Bruxelles entro luglio e che dovrebbero contribuire a spingere la crescita economica. Il paradosso per cui sembrerebbe più facile partire coi lavori che cambiare le leggi sembra concreto visto che il ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani ha detto che entro agosto saranno pubblicate alcune gare finanziate con gli aiuti comunitari anticrisi. La prospettiva è che le due riforme approdino con uno schema definitivo solo a settembre. Non si tratta di materia facile da maneggiare anche perché c'è da fare i conti con un'estesa maggioranza parlamentare. Il governo ha viaggiato rapidamente per velocizzare gli appalti e sullo snellimento della burocrazia anche se mancano molti regolamenti per attuare le nuove misure e a complicare le cose c'è l'aumento dei contagi e i provvedimenti per contenerli che impegnano Palazzo Chigi. Sulla concorrenza che dovrebbe rendere meno ingessato una serie di settori, dai farmaci all'energia passando dalle concessioni autostradali e dare un contributo di mezzo punto all'aumento del PIL nel lungo periodo il confronto è ancora aperto. Più lontana appare la riforma fiscale, bisogna conciliare la volontà di ridurre le tasse anche a redditi medio bassi e alle imprese senza compromettere le casse pubbliche e a questo si aggiunge la monumentale missione per rivedere bonus e agevolazioni. C'è infine anche il lavoro che comprende una nuova era per gli ammortizzatori sociali, si parla di estensione della cassa integrazione alle piccole aziende e le pensioni con una soluzione da trovare per la fine di quota 100 a dicembre. I cantieri in questi casi sono aperti ma non si sa quando sarà posata l'ultima pietra.