Fare la spesa, pagare le bollette, l'affitto e arrivare a fine mese. Per quasi due milioni di famiglie tutto questo non è possibile. Sono gli italiani in povertà assoluta, in totale 5 milioni e mezzo, il 9% della popolazione. Ce lo ricorda la Caritas, riportando in primo piano il Reddito di Cittadinanza, uno dei primi dossier che il prossimo Governo probabilmente affronterà, visto che il centro-destra in campagna elettorale ha promesso di volerlo cambiare, con, si legge nel programma unitario, interventi più efficaci. Qualcosa di più ci ha detto Fratelli d'Italia che ha messo nero su bianco di voler abolire lo strumento introdotto dal primo Governo Conte, per sostituirlo con qualcosa di nuovo in modo da tutelare chi non ha un reddito, chi è davvero fragile e chi non può lavorare, elencando disabili, over 60, famiglie con minorenni. In concreto bisognerà capire cosa si vuole fare e quanti soldi saranno necessari. Per aiutare un milione e mezzo di famiglie ora si spendono quasi 9 miliardi l'anno. In buona parte si tratta di nuclei in cui vivono minori di 18 anni ma anche ultrasessantenni e persone con gravi problemi di salute. Tra quelli che prendono il sussidio molti non sono in grado di avere un posto per svariati motivi, perché troppo giovani o troppo anziani, perché non hanno competenza o perché disabili. C'è da dire che tra i destinatari dell'aiuto pochissimi hanno finora trovato un lavoro passando per i centri per l'impiego, inoltre per come formulato, il sostegno è più generoso coi single rispetto alle famiglie numerose. Insomma ci sarebbero correttivi da fare ma riuscire a spendere meno o meglio i soldi pubblici, con l'obiettivo di ridurre la povertà, non sarà semplice. Prima del Reddito di Cittadinanza c'era quello di Inclusione, costava due miliardi e mezzo l'anno ma raggiungeva solo mezzo di famiglie che in media ricevevano 300 euro al mese, la metà di ora.























