Se un operaio edile che lavora per una ditta in subappalto cade da un ponteggio e si infortuna oggi può chiedere il risarcimento solo all'impresa dalla quale era assunto, e non da quella titolare del cantiere che aveva commissionato l'opera. Il quarto quesito del referendum dell'8 e 09/06, chiede di cancellare questa regola che in pratica limita la responsabilità dell'azienda quando delega la realizzazione di una o più attività, circostanza che si realizza molto spesso, soprattutto quando si tratta di grandi progetti. La catena di appalti e subappalti può essere molto lunga e se accade un incidente, il lavoratore, secondo la legge in vigore, può rivolgersi per un indennizzo solo a chi l'aveva direttamente ingaggiato e non anche al committente, a cui fanno capo complessivamente i lavori. E' quindi esclusa quella che si chiama responsabilità in solido, cioè la possibilità per il danneggiato di essere pagato in alternativa da chi l'ha assunto o da chi ha incaricato la ditta per la quale è impiegato. Votando SI a questo quesito del referendum si punta ad aumentare la responsabilità delle imprese quando ricorrono ad appalti e subappalti, con l'obiettivo che in questo si possano limitare incidenti e morti sul lavoro. Chi invece decide di votare NO sostiene che la disciplina esistente è corretta, perché se un'azienda non fa un'opera in prima persona è perché si affida a uno specialista e questo deve accollarsi per intero i rischi, compresi quelli sulla sicurezza. .