Ci sono più soldi del previsto nel cassetto e, di conseguenza, più spazio per nuovi aiuti a famiglie e imprese contro il carovita. Il Ministro dell’Economia Daniele Franco, nell’aggiornare il bilancio, certifica che sono 14,3 i miliardi disponibili. Un tesoretto generato soprattutto dai maggiori incassi dovuti all’aumento dell’energia, che ha portato più tasse allo Stato. Il Governo dimissionario ha dunque le risorse per quel decreto –annunciato come “corposo” da Mario Draghi- da approvare nei prossimi giorni, dopo aver ascoltato imprese e sindacati, per arginare gli effetti dell’inflazione. Nel menu ci sono tante ipotesi ma bisognerà scegliere quali mettere nero su bianco, perché altrimenti i quattrini, anche se superiori al previsto, non basteranno. Quasi certa la proroga degli sconti sulle bollette di luce e gas, con l’azzeramento delle spese non legate direttamente ai consumi, IVA ridotta per il metano e bonus per i più bisognosi. Questo pacchetto assorbirebbe 3 miliardi e mezzo, mentre costerebbe un miliardo al mese allungare lo sconto sui carburanti di 30,5 centesimi al litro che scade il 21 agosto. Continueranno le agevolazioni alle imprese, tra le quali il credito d’imposta, e nella lista ci sarebbe anche una riedizione del bonus da 200 euro. Per l’una tantum già sperimentata per chi ha un reddito fino a 35.000 euro lordi l’anno, ci vogliono 6,8 miliardi. Va a sostegno di chi ha guadagni medio-bassi (31 milioni di italiani) ma ha escluso una serie di categorie, come alcuni tipi di lavoratori precari e disoccupati. Tra le altre proposte, quella di azzerare l’IVA al 4% sui prodotti alimentari di largo consumo, come pane e frutta, e dimezzare quella al 10% su altri beni molto acquistati, per esempio carne e pesce. Un’operazione del genere costerebbe 5-6 miliardi per due-tre mesi. E il risparmio, di qualche decina di euro verrebbe nella stessa misura sia per chi è ricco, sia per chi stringe la cinghia.