Toccherà alle autorità nazionali di competenza, per l’Italia l’Agcom, decidere se concedere o meno dodici mesi di proroga a quegli operatori telefonici che dimostreranno di subire danni dall’applicazione della tariffa unica del roaming mobile europeo. Forse, dunque, non sarà l’estate 2017 la prima stagione in cui vedremo azzerati i costi del roaming in Europa. Gli operatori, infatti, possono ottenere dodici mesi di deroga alla scadenza del 15 giugno, giorno che segnerebbe la fine dei costi aggiuntivi per chi telefona o usa internet nei Paesi dell’Unione, così come venne deciso dieci anni fa. Il nodo riguarda gli operatori telefonici, che secondo l’ultimo Rapporto dell’Agenzia europea Berec non sarebbero ancora pronti ad adeguarsi alla normativa. Di fatto, il costo del roaming è già sceso, sia per quanto riguarda le chiamate che per quanto concerne il traffico dati. Ora dovrebbe azzerarsi, a partire dalla metà di giugno. Da quella data in poi, gli europei dovrebbero pagare la stessa tariffa telefonica prevista nel loro Paese, anche nel resto dell’Unione europea. Una scelta fatta per far cadere le barriere del mercato unico digitale. Il roaming oggi vale circa 5 miliardi l’anno, anche se secondo le associazioni dei consumatori, la cifra sarebbe di 8,5 miliardi. L’azzeramento del sovrapprezzo dovrebbe essere possibile grazie all’intesa sulle nuove tariffe all’ingrosso, che gli operatori europei si applicano tra di loro per offrire i servizi ai clienti quando sono all’estero. I limiti fissati sono di 7,7 euro al gigabyte per il traffico dati, 0,032 al minuto per le telefonate e 0,01 per gli sms. A soffrire di più sarebbero le compagnie più piccole, che in questo modo non riuscirebbero a coprire i costi.