Se per un'ecografia in ospedale bisogna aspettare un anno, solo chi può permetterselo va dal privato. Pochi soldi per curarsi, liste d'attesa troppo lunghe e difficoltà a raggiungere l'ambulatorio perché lontano. Sono questi i motivi che l'anno scorso hanno spinto 4 milioni e mezzo di italiani a rinunciare a un esame sanitario. Un esercito in aumento pari al 7,6% della popolazione, in crescita sia rispetto al 2022 sia ai livelli precedenti l'inizio della pandemia. L'emergenza Covid, spiega l'Istat nel rapporto sul benessere, probabilmente ha fatto slittare molte cure ma i problemi economici e quelli legati ai tempi si sono aggravati. Sono ripartiti i viaggi da una regione all'altra e in questo quadro è diminuita la fiducia in medici e infermieri, aggiunge l'ufficio di statistica, che ricorda i numerosi nodi, camici bianchi tra i più anziani d'Europa, sovraccarico di pazienti per i medici di famiglia, stipendi più bassi rispetto al privato e freno da molti anni alla spesa pubblica per la salute. Da quest'ultimo punto di vista l'ultima relazione della Corte dei Conti non lascia spazio a dubbi. Tra il 2016 e il 2022 l'Italia ha impiegato molti meno denari per la sanità delle altre maggiori economie europee, con la conseguenza che i costi a carico delle famiglie sono superiori rispetto a Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, inferiore a quello dei nostri vicini l'impegno misurato in rapporto alla ricchezza. Per quest'anno il Governo ha messo 3 miliardi in più ma rispetto al PIL andato meglio del previsto e tenuto conto dell'inflazione si tratta del 6,4%, una quota destinata ad assottigliarsi nei prossimi anni.