First Republic è salva. L'ultima banca americana, in ordine di tempo, ad aver rischiato di collassare, è stata acquistata dal gigante JP Morgan Chase in un salvataggio coordinato dalla Federal Deposit Insurance Corporation, che tutela i conti correnti degli americani. Il fallimento della banca di San Francisco è il secondo più grande della storia per gli Stati Uniti, innescato dal crack di Silicon Valley Bank. L'stituto bancario ha ormai perso quasi l'intero valore in borsa e dimezzati i suoi depositi, ritirati dai ricchi clienti per paura di perderli in caso di fallimento. JP Morgan ora prenderà il controllo di tutto l'Istituto. I costi dell'operazione saranno sobbarcati soprattutto dall'FDIC per circa 12 miliardi di dollari messi dalle banche private, mentre JP Morgan si aspetta di guadagnare dall'operazione. Il suo amministratore delegato, Jamie Dimon, aveva avvertito alcune settimane fa che la crisi creditizia americana, innescata dalla tensione dei tassi di interesse alzati dalla Fed, non era ancora finita, e ora con l'acquisizione mette in sicurezza anche i 30 miliardi prestati a First Republic da JP Morgan e altri istituti oltre un mese fa. Il salvataggio vuole evitare di mettere a repentaglio l'intero sistema bancario americano, per scongiurare che venga meno la fiducia dei risparmiatori come è accaduto 15 anni fa come fallimento di Lehman Brothers. E serve anche a spianare la strada al nuovo rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, la Banca Centrale Americana, che dovrebbe decidere tra martedì e mercoledì un nuovo ritocco di 25 punti base. L'inflazione infatti non è ancora domata. L'indicatore più osservato dalla Fed è continuato a crescere anche a marzo. E per proseguire la lotta contro la salita dei prezzi, il settore bancario deve rimanere solido per evitare altre tensioni finanziarie e non disturbare il manovratore.