Non spicca il volo il salvataggio di Alitalia. Il Governo è moderatamente ottimista, ma il dossier si è ingarbugliato. Il Ministro dello sviluppo Stefano Patuanelli, comunque non drammatizza, confermando che la data che conta è quella di marzo, quando l'intera operazione per evitare il fallimento della compagnia aerea, gestita dei commissari dovrà concludersi. La situazione per il momento rimane in sospeso perché la cordata, che dovrebbe rilevare Alitalia, non è completa. Secondo lo schema promosso dallo scorso esecutivo l'aviolinea tornerà sotto il cappello pubblico, tramite Ferrovie dello Stato e il Ministero del Tesoro che metterebbero più della metà delle risorse necessarie. È dal lato dei soci privati che la situazione appare confusa. Al consorzio dovrebbe partecipare Atlantia, il gruppo che controlla gran parte delle autostrade italiane e gli aeroporti di Roma, non è ancora convinto. La holding, in attesa di capire cosa vorrà fare il Governo a proposito dell'annunciata revisione delle concessioni autostradali, sottolinea come rimangano nodi da sciogliere, tra cui la definizione di un piano industriale solido e l'individuazione di un partner industriale. Quest'ultimo punto è pieno di incognite. Si è fatto avanti Delta Air Lines, ma il colosso statunitense dei cieli, vorrebbe ridimensionare le tratte verso il Nord America, considerate tra le più redditizie. Resta in orbita Lufthansa, che però è interessata a un'alleanza commerciale da rendere effettiva solo dopo una ristrutturazione del vettore, cioè tagli robusti alla flotta e al personale. La possibilità di esuberi appare una possibilità concreta, qualunque sia l'assetto definitivo. Nel campo delle ipotesi, c'è anche quello della bancarotta. Il prestito erogato dallo Stato è sufficiente solo per pochi mesi. Insomma, se non ci sarà una soluzione il Governo potrebbe trovarsi tra le mani un'altra grana, dopo quella dell'Ilva.