La speranza è di ridurre gli incidenti sul lavoro, a partire da quelli mortali come quello di Firenze del febbraio scorso, quando 5 operai hanno perso la vita schiacciati dal cemento. Proprio all’indomani di quella tragedia il Governo ha pensato di dare attuazione a uno strumento previsto dal 2008: la patente a punti, che ora parte ma solo nei cantieri edili. Si tratta di una sorta di pagella attribuita a ogni azienda, che potrà perdere una certa quantità di crediti in base alla gravità dell’incidente. Si può arrivare fino alla sospensione dell’attività, al massimo per un anno, in caso di decesso del dipendente o di infortunio che impedisce di lavorare per almeno 12 mesi. Un’eventualità prevista solo se è accertata la colpa grave, cioè se la ditta non ha adottato gli accorgimenti di legge per rendere sicuro il cantiere. Gli incidenti fatali in Italia sono quasi tre al giorno: 577 nei primi sette mesi di quest’anno. Le aziende coinvolte nella patente sono oltre 800.000. Fino al 31 ottobre basterà un’autocertificazione, poi sarà necessario inviare la domanda con una nutrita serie di documenti all’Ispettorato del Lavoro, altrimenti bisognerà fermare l'attività. In partenza i punti sono 30, che si perdono in base alla gravità della violazione. Per esempio: 3 in meno se mancano le protezioni per evitare le cadute da un’impalcatura. La pagella può migliorare: si possono raggiungere anche i 100 punti, ma occorre molto tempo, e vengono premiate le aziende con maggiore anzianità e quelle che investono in sicurezza. Partecipando, poi, a corsi di formazione è possibile recuperare fino a 15 crediti, soglia minima per continuare a mandare avanti il cantiere, altrimenti c’è una multa di almeno 6.000 euro. In casi del genere, però, i lavori non si bloccano, si possono completare se già si è al 30% dell’opera.