Quanto stabilito dal Governo per aiutare le aree del centro Italia colpite dal sisma un anno fa è chiarito dal decreto varato ad aprile 2017. Parecchie norme riguardano le tasse, sia per le aziende che per le famiglie. Un primo capitolo riguarda le esenzioni fiscali per le imprese che hanno sede all’interno della zona franca istituita dal Governo. Un sistema destinato a durare due anni (2017 e 2018). Per quanto riguarda i redditi da IRPEF, l’esenzione è fino a 100.000 euro annui. Per quanto riguarda, invece, l’IRAP è di 300.000 euro annui. Questi limiti sono stabiliti dalle norme europee, che vietano condoni fiscali totali. L’esenzione riguarda anche le tasse sugli immobili, IMU e TASI e da cartelle esattoriali contributi previdenziali e assistenziali per i dipendenti. Tutto ciò vale per attività produttive svolte nei Comuni dentro la zona franca che abbiano subìto, per via del terremoto, un calo di fatturato di almeno il 25%. Ci sono, poi, agevolazioni per gli investimenti. Un credito d’imposta prorogato a tutto il 2019 che vale anche per le nuove imprese che avviano nell’area la propria attività entro il 31 dicembre 2017 e vale fino al 45% sui nuovi investimenti. Al di fuori delle agevolazioni per le imprese, va ricordato che la sospensione del pagamento delle tasse anche per i lavoratori non significa cancellazione. Le tasse andranno pagate, a rate, quando la sospensione finirà. Fino al terremoto dell’Aquila il Governo aveva condonato parte del dovuto, ma Bruxelles ha imposto la restituzione totale. Per la zona franca il Governo ha stanziato circa 500 milioni di euro di fondi pubblici nel biennio. Per riparare e ricostruire case e, per la prima volta, anche seconde case si parla di 6,1 miliardi, a fronte dei danni stimati per circa 25 miliardi.