Sky TG 24 economia, puntata di mercoledì 10/12. Le notizie del giorno ci portano a parlare di energia e di elettricità, perché sul fronte delle bollette il governo starebbe studiando un nuovo bonus da 55 € per le famiglie, quelle con i redditi più bassi e con l'ISE al di sotto dei 15000 €. È una ipotesi che circola in queste ore, mentre il governo si occupa anche del cosiddetto decreto Milleproroghe, il classico decreto. di fine anno, appunto che dentro ha un sacco di cose anche molto diverse tra di loro. Sta prendendo forma in queste ore, circolano ipotesi di bozze, testo di 16 articoli, arriva domani, giovedì, in Consiglio dei ministri. Sul fronte auto, oggi è giornata importante con l'assemblea dell'AFI, l'associazione delle imprese, della filiera automobilistica, con le dichiarazioni del ministro delle imprese Uso, che dice il 16/12, quando la Commissione europea comunicherà le sue regole, le sue. sulle regole per le emissioni di CO due delle auto. Ebbene, dice Uso, non ci accontenteremo di misure tampone o di altri rinvii, è il tempo delle decisioni radicali. Di fatto ci si diciamo si prospetta un possibile rinvio dello stop ai motori termici attualmente fissato al 2000:35. Questo è un tema che se abbiamo tempo oggi proveremo a trattare nel corso del nostro approfondimento, ha parlato anche il numero uno di Stellantis, Filosa, ha detto ha detto 2025 è un anno di numeri non buoni, ma stiamo facendo. passi fondamentali in avanti per il recupero. Economia dell'area euro in recupero in realtà sta andando meglio di quanto si temesse. Lo ha detto oggi la numero uno della BCE, Lagarde, intervenendo a un evento organizzato dal Financial Times. Quindi diciamo registriamo il suo ottimismo. Sul fronte italiano, Amazon, il gigante mondiale, appunto ha trovato un accordo con l'Agenzia delle Entrate e pagherà 5001000000 di euro al nostro fisco invece dei 3000000000 che aveva chiesto la Procura, quindi diciamo un accordo, um che si può definire immagino soddisfacente per Amazon. Le borse europee, vivono una giornata interlocutoria in attesa della Federal Reserve, la Banca Centralamericana domani dovrebbe tagliare i tassi di interesse, ma staremo a vedere poi in seconda parte faremo il punto coi colleghi del Sole 24 Ore. Passo subito a salutare e ringraziare gli ospiti di questa puntata, a cominciare da Daniela Fumarola, segretaria generale della Cisl, benvenuta. Grazie, buonasera. Un ringraziamento anche a Isabella Tovaglieri, europarlamentare della Lega. Buonasera. Grazie, buonasera a voi. Un ringraziamento anche a Dario Nardella, europarlamentare del Partito Democratico, bentrovato. Grazie, buonasera. E allora cominciamo dalla manovra perché diciamo la discussione arriva in Parlamento sempre più tardi, oramai siamo praticamente a metà dicembre e bisogna chiudere, lo ricordiamo per costituzione entro, San Silvestro, e quindi, come al solito lo spazio di decisione del nostro Parlamento è ridotto davvero all'osso. Sono giorni di, una volta si diceva autunno caldo, ormai, Inverno caldo perché ci siamo quasi al 21 di dicembre. Lo ricordiamo venerdì 12 è stato indetto uno sciopero generale dalla CGIL, contro una legge di bilancio definita ingiusta. Sabato 13, invece è in programma la manifestazione nazionale della CISL e quindi approfitto subito della presenza della segretaria Fumarola per Fumarola per chiederle, perché la CISL ha deciso di non scioperare il 12/12. Ma perché noi intanto diamo un giudizio articolato sulla manovra perché pensiamo che fino all'ultimo momento bisogna assolutamente incidere sul dialogo, sul confronto. Abbiamo incontrato la maggior parte dei gruppi parlamentari ai quali abbiamo spiegato il nostro giudizio appunto articolato sui contenuti della manovra e abbiamo anche chiesto un intervento su quelli che sono gli aspetti che noi abbiamo ritenuto invece ancora non soddisfacenti. um Ma noi pensiamo invece di um andare in piazza perché um l'esigenza è quella sicuramente di affrontare i temi della manovra che per noi rappresentano il primo pilastro, di un patto che abbiamo rilanciato anche durante il nostro congresso, quel patto della responsabilità, ovvero quella grande alleanza, che deve poter trovare intorno ad un tavolo. su obiettivi condivisi, tutte le parti riformiste. la interrompo solo per questo, volevo capire questo, diciamo, se voi date un giudizio, come lei ha detto articolato sulla manovra, quindi, um come dire, provo a tradurre non così negativo da andare poi a indire uno sciopero. Perché allora manifestare il giorno dopo, se chiaramente il vostro giudizio è tutto sommato di una manovra che su alcuni punti vi soddisfa? Ma intanto noi non manifestiamo il giorno dopo, semmai è chiaramente intendevo semplicemente allora facciamo così, il giorno 13 perché manifestate così togliamo confronti con altre sigle sindacali. Noi manifestiamo perché abbiamo l'esigenza di dire che cosa va bene in questa manovra, che cosa abbiamo chiesto di migliorare, e soprattutto di um appunto lanciare l'idea di questa grande alleanza. Perché il nostro nel nostro paese non non finisce tutto attraverso la manovra. Noi abbiamo da traghettare il nostro. paese dopo il 2000, cioè nel 2026, con la fine del piano nazionale di ripresa e resilienza, avremo un bel da fare perché ci dovremo interrogare su che cosa vogliamo che diventi il nostro paese, dopo la fine del PNRR, per cui noi andiamo per ribadire delle posizioni che abbiamo assunto sul tema della manovra e per aggiungere che per superare le criticità che il nostro paese incontra, c'è bisogno di un patto. Quel patto ha tra i propri tra i pilastri sicuramente i contenuti della manovra, ma ne ha tanti altri che se vorrà poi possiamo approfondire. Assolutamente su questo ci torniamo tra poco, mi interessava solo e, rimango solo un attimo con lei, poi vado dagli altri due ospiti. Chiaramente lei ci sta dicendo la manifestazione del 13 non è legata esclusivamente, al testo di legge della manovra, al bilancio 2026, ma lancia un patto per lo sviluppo futuro del paese. Perfetto, chi vi accusa di essere un po' troppo morbidi con il governo ultimamente? Cosa risponde? Assolutamente no, perché noi abbiamo detto al governo a questo governo, come lo abbiamo fatto sempre nell'arco della storia della Cisl, abbiamo fatto le nostre considerazioni stando sul merito delle questioni. Noi pensiamo che lo sciopero che non abbiamo messo in naftalina come qualcuno pensa che invece sia stato fatto sia l'ultimo l'ultimo strumento. si può utilizzare, ma fin quando c'è la possibilità di confrontarsi e noi con questo governo ci siamo confrontati, ripeto, lo abbiamo fatto con tutti i gruppi parlamentari, non abbiamo l'esigenza di scioperare, abbiamo l'esigenza di costruire le persone oggi non hanno bisogno di sentirsi dire che bisogna incendiare gli animi, le piazze, le persone oggi hanno bisogno di risposte. E allora noi rispetto. a quello che c'è stato prospettato con la manovra, abbiamo valutato, per esempio l'intervento sul ceto medio che chiedevamo già dallo scorso anno, lo abbiamo valutato positivamente, così come abbiamo valutato positivamente gli interventi sulla defiscalizzazione dei premi di risultato, sul lavoro scomodo, sulla contrattazione di primo livello sul quale abbiamo anche spiegato in che modo bisogna cambiarlo. dal vostro osservatorio diciamo vanno incontro a quelle che erano le vostre richieste, le vostre chiamiamole preferenze, per dirla in maniera significa piuttosto semplice a favore di un governo non significa essere a favore di un governo o di un altro, significa stare nel merito delle questioni. Ed è quello che noi facciamo sempre, chiunque abbiamo di fronte come nostro interlocutore. Vado da Tovaglieri. Perché chiaramente per capire un po' qual è il vostro punto di vista riguardo a quanto sta avvenendo nel mondo sindacale, perché abbiamo una CGIL che da un lato ha indetto questo sciopero il del 12, la UL che invece, si è smarcata da questo sciopero, la CGIL che ha indetto una manifestazione per il giorno 13. Un, come dire, fronte sindacale abbastanza diviso. Può essere un vantaggio per il governo, è uno svantaggio per i cittadini o non lo è? Qual è il suo punto di vista? Io non penso che avere dei sindacati divisi sia un punto di forza del um del governo. Il punto di forza del governo è, come si diceva giustamente poc'anzi, quello di creare un dialogo costruttivo, perché non è che il governo abbia un interesse opposto rispetto ai sindacati. L'interesse del governo è il dovere di chi fa politica è quello di garantire. il benessere economico e sociale dei propri cittadini, per cui siamo su due posizioni convergenti. Il problema è quando invece qualcuno inizia, pur avendo una posizione differente, a farne invece una battaglia ideologica e a quel punto lì il problema della divisione dei sindacati non è un punto di forza del governo, ma un punto di debolezza degli stessi sindacati, perché nel momento in cui si ha un sindacato come la Cgil che sciopera per qualunque cosa faccia questo governo senza entrare nel merito delle questioni, ma prioristicamente ancor prima che vengano emessi i provvedimenti, è già sceso in piazza. Ahimè, purtroppo questo atteggiamento delegittima la categoria dei sindacati e delegittima delle battaglie che invece sono lecite dei sindacati. Per cui francamente, avere i sindacati divisi è +1 problema degli stessi sindacati che si indeboliscono anche al cospetto dell'opinione pubblica, perché poi tanti lavoratori non si riconoscono più e nel momento in cui non hai più rappresentanza dal basso sei automaticamente debole quando vai a trattare sui tavoli. Però ripeto, gli interessi non sono divergenti per chi. a cuore il benessere dei cittadini. Il suo intervento è chiaro. Volevo sapere che ne pensa in modo da chiudere anche questa pagina Nardella, che chiaramente dal Partito Democratico ha una, come si dice una visione molto critica della manovra e dell'attività di governo. Gli chiedo se fa bene la Cgil a usare lo strumento più duro oppure se fa bene la Cisl a fare dei distinguo, ad avere un giudizio più articolato e a quindi scegliere la strada della manifestazione. Ma guardi, secondo me non è che ci sono forme di mobilitazione. Allora abbiamo un problema evidentemente di collegamento con Nardella, quindi lo interrompo anche perché si cap- non si capisce benissimo cosa sta dicendo. Ci prendiamo qualche istante con i nostri tecnici per perfezionare il collegamento con l'onorevole Nardella e ci scusiamo ma ci torniamo tra pochissimo. Torno da Fumarola perché insomma il capitolo. la manovra adesso lo affrontiamo, ma in definitiva lei ha detto noi chiediamo un patto di sviluppo condiviso che guardi ben oltre la manovra del 2026, anno peraltro in cui finisce il PNRR. E allora le chiedo a chi si rivolge questa vostra proposta di patto sociale e su quali principi cercate adesioni. Mah intanto si rivolge alle altre organizzazioni sindacali, alle organizzazioni professionali, e nelle le quattro um sigle più importanti del più rappresentative del mondo imprenditoriale, noi le abbiamo incontrate giorno 20 in un nostro seminario, e abbiamo acquisito da loro le um le disponibilità a ragionare sui contenuti di questo patto. Ci rivolgiamo al governo, la la premier Meloni. al nostro congresso ha ha dato disponibilità a ragionare su su questa grande alleanza, per affrontare appunto i temi che che verranno, che noi dovremmo necessariamente affrontare, a partire dal tema dei salari, dalla salute e sicurezza, dal tema della produttività, ma anche le riforme, per cui noi il patto che immaginiamo, lo immaginiamo intanto mettendo in campo una nuova fase di concertazione. la concertazione la recuperiamo come spirito, come modello dagli accordi dell'ottantaquattro del 92, nel 93, quando ci si è ritrovati in momenti assolutamente diversi rispetto a quelli nei quali noi oggi purtroppo siamo calati, perché allora c'era una modera la moderazione salariale che si doveva perseguire e oggi c'è invece l'esatto opposto. E allora noi diciamo in questo patto bisogna assolutamente partire dal lavoro e all'. del patto del lavoro, immaginare prima di tutto una un'azione stringente su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, sui quali quali abbiamo fatto tanto ma tanto ancora serve e poi ragionare di come aumentano i salari, come si fa ad aumentare la produttività e la produttività noi diciamo che si aumenta se si si realizza una buona contrattazione, quindi se si siglano i con Ma se si fa innovazione, se si fa un intervento in formazione, se si e e questo determina una maggiore produttività che poi deve essere redistribuita sui salari, ma serve anche una buona contrattazione su buone flessibilità da contrattare attraverso la partecipazione. Senta, ma sulla partecipazione ci torniamo perché questo chiaramente è un aspetto tra i tanti molto interessante, ma ci sono le condizioni. Perché questa vostra proposta, questa vostra apertura non resti lettera morta, cioè in questa fase politico sociale ci sono le condizioni. Ma secondo noi sì, um da quello che abbiamo ascoltato, ripeto dai nostri interlocutori imprenditoriali, anche, um ora si tratta soltanto di um di mettersi intorno ad un tavolo e fissare gli obiettivi. Noi abbiamo ascoltato da più parti che le analisi rispetto alle nece- necessità che questo paese, di cui questo paese ha bisogno, sono analisi condivise, perché c'è un problema di produttività, di salari, di sicurezza, c'è una. un tema di lavoro povero mentre crescono i numeri degli occupati. E allora se tutto questo è, bisogna soltanto sedersi intorno a un tavolo e decidere quali quali di questi obiettivi mettere in priorità, con quali modalità. Noi pensiamo che questo sia il tempo, sia il tempo giusto, perché nel momento in cui arriviamo al 2026 e quando finiranno gli effetti del piano nazionale di ripresa e resilienza. O si torna indietro o si va avanti c'è un problema di crescita e di produttività e di livelli salariali, quelli che lei ricordava che diventeranno ancora più urgenti. Abbiamo recuperato, anche il collegamento con Dario Nardella, provo a recuperare anche la domanda che gli stavo facendo e che, in sostanza era dal vostro punto di vista, che siete molto critici ovviamente nei confronti della manovra del governo, fa bene la Cgil a scioperare o fa bene la Cisl a dare un giudizio più articolato e a manifestare? Guardi, ap.io credo che la vera notizia non sia il fatto che i sindacati scelgano forme di mobilitazione diversa, che sono tutti critici nei confronti di questa manovra. Io condivido le osservazioni che ha fatto la segretaria Fumarola a proposito di alcune questioni che la manovra non risolve a. penso ai salari che sono ancora tra i più bassi d'Europa e non ci sono misure strutturali. Se poi leghiamo tutto questo al calo del potere di acquisto a causa di un'inflazione che negli ultimi negli ultimissimi anni ha sottratto il 15% del potere d'acquisto, Ai cittadini, allora la situazione è davvento è davvero grave. La sanità, la sanità è al collasso, le liste d'attesa aumentano, gli interventi sulla sanità non rispondono alle esigenze effettive degli italiani, tanto che più di 5000000 di cittadini, sono costretti a ricorrere alla sanità privata. E poi parliamo della produttività industriale. Giustamente la segretaria, sottolinea il, problema degli investimenti. Oggi è di poche ore fa, è arrivata la notizia che siamo al trentaduesimo mese di calo della produzione industriale. um e non è solo l'automotive a risentire di questo, tutto il settore della manifattura, la vicenda dell'Ilva drammatica, sulla quale c'è una politica industriale che chiaramente. punto di vista è deficitaria e quindi chiaramente la vostra, dal vostro punto di vista c'è tanto da lavorare. Io le chiedo questo però Nardella, um chiaramente stiamo parlando di attività sindacali. um È corretto in questo momento, dal vostro punto di vista, che ogni sindacato prenda la sua strada, poi chiudiamo il capitolo e passiamo ad altro, o si rischia una frammentazione del fronte sindacale che può invece non giovare ai lavoratori? Guardi, quando il fronte sindacale è unito e compatto, ovviamente è più incisivo, però io non mi sento di attaccare, in un momento così difficile i sindacati perché scelgono forme diverse di mobilitazione. CGL sceglie lo sciopero generale, la CL sceglie comunque una mobilitazione importante con i presidi territoriali, um In tutta Italia, con le assemblee nei luoghi di lavoro, con le manifestazioni in tutte le regioni. Stiamo al merito, più che al metodo. Ripeto, se il fronte sindacale fosse tutto compatto, ovviamente questo sarebbe meglio, ma attenzione, gli argomenti che usano i sindacati, CGIL e Cle UI, seppure con diciamo articolazioni diverse, ma puntano tutti. gli stessi problemi, perché non si può dire che questa manovra, risolve i problemi strutturali del nostro paese. Entriamo proprio sulla manovra drammatica. Entriamo proprio sulla manovra perché, come detto c'è da affrontare, diciamo tutti i passaggi parlamentari, siamo al 10/12, ancora il testo non è stato approvato da nessuna delle due camere e sappiamo anche che gli aggiustamenti potranno essere davvero piccoli. Tovieri, torno da lei, perché quest'anno con una manovra molto leggera, diciamo, molto più piccola di tante manovre precedenti, ci siamo ridotti un po' agli ultimi giorni con um diciamo aggiustamenti tutto sommato piccoli, facciamo un grande dibattito, che ne so, sulla tassa sugli affitti brevi, ma vale 100000000 su 18000000000 sull'oro di Bankitalia, ma non sposterebbe un centesimo in manovra. Il ruolo del Parlamento non esce un po' svilito da tutto questo. Ah um diciamo che um il la grande notizia secondo me, che deve essere valorizzata è che quest'anno ci sarà sicuramente una finanziaria che non ha un grandissimo margine di manovra, è vero. Però l'anno prossimo, grazie al fatto che questo governo, a differenza di quanto sosteneva la sinistra che prospettava sciagure e strali um qualora il governo fosse andato al cospetto. dell'Europa, in realtà questo governo è uscito con un anno d'anticipo dalla procedura di infrazione, non perché io sia appassionata di tecnicismi o di burocrazia europea, ma perché da un punto di vista economico, di fatto comporta un risparmio per il governo e di conseguenza per i cittadini italiani, di 1000000000 di euro di interessi sulle sanzioni, per cui l'anno prossimo ci sarà una capacità molto. più ampia grazie al buon lavoro del governo di fare una finanziaria che possa di fatto essere molto più incisiva, anche perché ricordiamo che l'anno scorso quest'anno e l'anno prossimo scontiamo sempre 400100000000 di euro di debito del famigerato superbonus. Dopodiché mi rivolgo all'onorevole Nardella, che ha di fatto ripercorso una narrativa, un po' diversa. Ricordo. ad oggi sciopera solo la Cgil che ricordiamo sciopera per la qualunque, mentre gli altri in qualche modo si sono smarcati di fatto anche sostenendo che alcuni aspetti della manovra siano positivi, ma anche perché è giusto che venga valorizzato il loro lavoro. Questa manovra è stata costruita anche con il confronto con i sindacati, per cui se i sindacati dicessero non funzionano. nulla o vuol dire che i sindacati non hanno fatto bene il il loro lavoro, o vuol dire che hanno deciso di non prendere parte alla concertazione, cosa che non mi pare che sia accaduta. Hanno fatto un grande lavoro i sindacati che hanno deciso di entrare nel merito delle questioni e sono stati ascoltati. Chi invece ha fatto solo battaglie politiche, non ha inciso e adesso va in piazza a lamentarsi. Allora Sentiamo cosa ne pensa Nardella che è stato chiamato in causa concreto è stato chiamato in causa da Covagieri. Sentiamo Nardella, diciamo mi viene in mente un, come dire, uno slogan di tifosi, um di calcio, ma anche i tifosi della Ferrari, anche quest'anno vinciamo l'anno prossimo verrebbe da dire, perché alla fine comunque per tutta una serie di considerazioni, chiaramente la tovaglieri ha spostato la palla già in avanti. Le chiedo cosa pensa di questo e soprattutto nel residuo spazio di aggiustamento di questo testo che è stato varato dal governo, quale lei vorrebbe vedere come modifica principale e sostanziale. Ma guardi, il rinvio al futuro è proprio il sintomo di una manovra finanziaria che non affronta le questioni cruciali. Come dicevo prima, il potere di acquisto cala. Le previsioni di crescita, lo dice la Commissione europea, sono per l'Italia le più basse tra tutti i 27 paesi europei. Prendiamo un paese vicino a noi, la Spagna, la Spagna cresce quattro volte più veloce di noi. um Con un PIL che supera il tre percento e noi stiamo abbondantemente sotto l'uno percento. E la manovra non interviene in modo strutturale, anzi le previsioni della manovra finanziaria restano bassissime. E ma anche i finanziamenti per gli enti locali sono bassi, i servizi, i trasporti pubblici, la mobilità, per non parlare delle pensioni. Si parlava di una riforma delle pensioni in questa manovra, non c'è niente cosa sono le singole misure, ma è tutto l'impianto che non è votato alla crescita, ma era stato detto anche dal ministro Giorgetti, cioè il focus era sul mantenimento, diciamo dei conti in ordine, mettiamola così, più che sulla crescita, che in effetti, manca o comunque non ci sono misure particolarmente incisive da quel punto di vista, fatto. eccezione forse per il taglio Irpef e per il ceto medio che dovrebbe migliorare leggermente la capacità di spesa, insomma. Ma ma ma non i ceti più bassi, siamo alla quarta manovra finanziaria eh di questo governo, non si può neanche um, um raccontare la solita storia di dare la colpa a chi c'era prima, perché dopo quattro manovre finanziarie qualcosa di strutturale ci vorrebbe. Si si ci sono misure per il ceto medio, ma per il ceto più basso, siamo a 0, pe- penso all'emergenza abitativa, per citare uno degli aspetti che, Ecco, ci abbiamo, come avrete capito, insomma un po' dei problemi di collegamento con L'onorevole Nardella e cerchiamo di porvi rimedio al più presto per tornare da lui e far ric completare la sua analisi. Ne approfitto per tornare invece dalla segretaria Fumarola, perché tra diciamo le modifiche che vengono richieste dalla Cisl riguardo appunto il testo attuale della manovra c'è anche la richiesta di un rif. finanziamento del fondo sulla partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese. Si inserisce questo chiaramente è un tassello relativamente piccolo come voce, però nel quadro più generale di quello che lei diceva segretaria, circa la volontà di andare a incidere su una normativa di più ampio respiro della partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese. Sì, noi abbiamo abbiamo trovato abbastanza insomma particolare il fatto che non ci fosse traccia del rifinanziamento del fondo della legge 76, che noi abbiamo fortemente voluto e che è stata votata dal governo e da alcune forze anche di opposizione. Ma non lo facciamo come la necessità um per necessità di mettere una bandierina, ma perché pensiamo che la partecipazione. elemento fondamentale, pratica fondamentale da realizzare nei luoghi di lavoro, ma da realizzare anche come approccio culturale. Partecipazione laddove si è realizzata significa maggiori incrementi di salari, significa buona contrattazione, attenzione a salute e sicurezza, significa attenzione anche alla gestione di crisi, per cui abbiamo chiesto ai gruppi parlamentari. di rivedere questa decisione e quindi di individuare le risorse per poterlo rifinanziare. Ci è stato detto che questo sforzo è stato fatto, quindi ora attendiamo di leggere il testo definitivo. Ci ci hanno appunto rassicurato e compreso le ragioni di questa nostra richiesta. Novagieri che ne pensa, ha un senso pot- potreste far propria questa chiamiamola battaglia della Cisl? Guardi, la partecipazione è come dire, il sale della della democrazia, per cui quando c'è una partecipazione costruttiva, non c'è nessun motivo per vietarla o per censurarla. L'importante è che, ripeto, sia costruttiva nel merito delle questioni, non distruttiva, aprioristicamente um di parte o ideologizzata, perché così, ripeto, Non si non si va da da nessuna parte. Detto questo, io non per ribattere sempre al al collega Nardella che, riprenda a breve la parola e quindi mi possa mi possa rispondere anche perché um sono solita appunto confrontarmi con chi um con chi è presente può rispondermi citava prima il te- il tema dell'automotive, cioè il problema della mancata. crescita dei salari è sicuramente un tema prettamente italiano, ma è anche un tema europeo. Lei non pensa, onorevole Nardella, che le politiche industriali e fallimentari dell'europa stiano condizionando pesantemente il rilancio e la crescita e lo sviluppo economico del nostro paese. Perché io vengo dalla Regione Lombardia e sul tavolo dell'assessore allo sviluppo economico l'ottanta per cento dei tavoli. di crisi aziendale aperto è di derivazione del settore dell'automobile. Facciamo così deve aver sbirciato tra virgolette la scaletta, sa bene che ci arriveremo tra poco, mi permetto di frizzare stavolta il segnale di Nardella, allora facciamo il tema c'è e lo affrontiamo tra pochissimo, facciamo così. Andiamo a vedere com'è andata la giornata in borsa a Piazza Affari con Vito Lops del Sole 24 Ore, poi apriamo anche il capitolo automotive. Vito. capitolo Sì, buonasera a tutti, oggi le borse europee hanno chiuso in leggero calo, Piazza Affari ha perso, circa lo 03 percento, è una giornata in cui i mercati finanziari sono però, totalmente in attesa di quelle che saranno le decisioni della Banca centrale degli Stati Uniti, questa sera alle ore 20 italiane, appunto, dovrebbe tagliare come ampiamente atteso dai mercati i tassi di 25 punti base. Quel che però conterà di più. Saranno le parole del governatore Jerome Powell, che eventualmente aprirà o chiuderà la porta a nuovi tagli, appunto a partire da gennaio, quando ci sarà il nuovo summit della Federal Reserve e quindi questo crea una condizione di generale standby da parte dei mercati e anche di prese di profitto rispetto a quelli che erano, i rialzi delle sedute precedenti. Per quanto riguarda gli asset da monitorare in funzione Federal Reserve, ovviamente, L'eurod dollaro, perché in questo momento è a 1,16 il nostro cambio. Ricordiamo che la Banca Centrale Europea, ha terminato quasi il percorso di tagli dei tassi, mentre la Federal Reserve potrebbe prolungare, questo potrebbe impattare, um Sul cambio e anche poi da monitorare le obbligazioni. I rendimenti globali sulla parte lunga della curva stanno salendo un po' dappertutto, siamo tornati ai massimi, a livello generale degli ultimi 16 anni, anche il nostro BTP, non è da meno e si sta riportando oltre il 3,5 percento, quindi anche dalla Federal Reserve capiremo poi le reazioni, dei rendimenti dei mercati obbligazionari anche sulla parte lunga della curva. Per oggi è tutto a t la linea. Grazie, grazie a Vito Lops e ai colleghi del Sole 24 Ore, ancora buon lavoro. allora Nardella, vengo da lei per recuperare, per correttezza, per par condicio, diciamo, quella proposta avanzata dalla segretaria della Cisl su una nuova legge, um diciamo così, di più ampio respiro per la partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese. Forse lei ha perso per motivi tecnici, diciamo il collegamento è stato un po' ballerino, ha perso quella parte e le chiedo qual è il suo punto di vista, se è favorevole a mettere sul tavolo questo tema. anche sottoscritto con la CIL di Firenze del mio territorio. l'adesione a questa proposta che si può aggiungere a molte altre proposte come quella, per esempio, di riconoscere davvero la rappresentanza sindacale nel nelle trattative e nei negoziati e aggiungo anche l'idea di creare un vero tavolo permanente tra sindacati, governo e imprese. Quando la produttività industriale cala, non si possono certo citare come dire l'aumento dei posti di lavoro. come aspetto positivo perché i salari sono bassi, le condizioni sono precarie, e non è un caso che i tavoli di crisi aumentano sempre di più. Manca una vera politica industriale. E quindi la proposta della Cisl va bene così come io credo che sia necessario però avere un tavolo permanente dove le imprese, i sindacati e il governo si confrontano per misure strutturali. Qu'à sentita mi ricorda diciamo che il prossimo punto che ci ho segnato in agenda è che. in scaletta quello dell'automotive, allora chiaramente ci riallacciamo a quanto dicevamo, anche perché insomma, la partecipazione dei lavoratori in questo settore diciamo sarebbe più più più spine che rose, mettiamola così. Ricordiamo l'antefatto di questi ore, di questi giorni, ne abbiamo parlato anche ieri in questa trasmissione, l'Unione europea sta valutando anche un possibile rinvio dello stop alla produzione di motori termici attualmente fissato al 2035 il ministro delle imprese Uso, l'abbiamo visto in apertura di questa edizione. Nel giorno dell'assemblea dell'Afia ha detto che insomma si aspetta da Bruxelles delle decisioni forti, non si accontenterà di ulteriori rinvio di ulteriori tergiversamenti. Allora torno da Tovaglieri, poi andiamo da Nardella. Tovaglieri lei è sempre stata molto critica, sulla chiamiamola svolta elettrica della pre- precedente commissione von der Leyen, um le chiedo un rinvio di questo questo tipo di lavorazioni, sarebbe una panacea per tutti i mali, O i dati ci dicono che anche la vendita di motori termici è al palo, quindi che la crisi è dell'intero settore auto. Quand'anche riuscissimo a reiterare questo um stop, comunque il settore è stato pregiudicato. Già oggi le auto non si vendono, ma buona parte della colpa è sicuramente certo, abbiamo un parco auto vetusto e quindi la gente fa fatica a cambiare auto anche per una questione economica, ma anche l'incertezza normativa. ormai ha portato allo stallo delle vendite, perché anche chi può comperare una nuova auto, oggi non sa se scegliere un ibrido, non sa se scegliere un elettrico, non sa se può continuare ad acquistare un diesel o un benzina, perché di fronte all'incertezza normativa più totale, non ovviamente decide di non fare l'investimento e di rimandarlo. Più che la proroga al 2003. 35 che secondo me andrebbe proprio eliminato, quello stop perché non a caso siamo l'unico paese al mondo ad essersi stabilito per regolamento che una tecnologia dall'oggi al domani, deve essere messa fuori gioco. Non non è dall'oggi al domani, nel senso che è stata stabilita già da qualche anno fa per diciamo, sì, una data che è fra 10 anni e a onor del vero, diciamo. Sì, dall'oggi al domani, nel senso che si stabilisce per direttiva, che non è il mercato che non apprezza più una tecnologia, per regolamento dal 2000:35 si decide che non si producono più motori termici. dice non è il mercato a scegliere quale tecnologia o quale prodotto si vende di più ma è una regolamentazione tra virgolette a tavolino. E, esatto, salta ogni regola della sana competizione. Concludo dicendo che più che la proroga allo stop, Avremmo bisogno dell'inserimento del biocarburante, che è l'unica tecnologia tutta italiana che consentirebbe di salvaguardare la filiera tradizionale del motore termico, senza inquinare. Quindi raggiungere un risultato ambientale, senza legarci mani e piedi alla Cina. E io trovo inaccettabile che ancora oggi, a distanza di tre anni, la Commissione non sia stata in grado di inserire questo principio. allora Questa è diciamo la questione dei biocarburanti è molto interessante, anche se diciamo attualmente è una quota talmente piccola in via di sviluppo che sicuramente non ha la capacità per andare a sostituire in maniera massiccia, diciamo gli attuali carburanti inquinanti. È una tecnologia assolutamente in via di sviluppo. L'elettrico in alcuni paesi del centro nord Europa ha una diffusione. sicuramente maggiore rispetto a quanto avviene in Italia, dove siamo attorno al quattro per cento come quota di mercato. Anche questo è un dato oggettivo, ma capisco il punto che lei dice abbiamo stabilito per diciamo normativa europea, una cosa che invece era il mercato a doversi dirigere lì, anche se chiaramente è una normativa che si basa su una scelta necessaria, quella della transizione green, che chiaramente è una cosa che non si è inventato alla Commissione von der Leyen. Nardella. Tovaglieri dice meglio eliminare proprio questa cosa. È tardi? Meglio tardi che mai. Lei cosa dice? Meglio mai? Non va cambiata la regola? No, io dico che i rinvii non servono a niente, anzi aumentano l'incertezza. Sono d'accordo però sul fatto che bisogna aprire a diverse tecnologie, quella che viene definita la neutralità tecnologica, perché da un lato dobbiamo mantenere l'obiettivo di decarbonizzare, E quindi di ridurre l'inquinamento a favore anche della salute pubblica, dall'altro però possiamo aprire a più tecnologie, io sono d'accordo, ad esempio per l'u- con l'uso dei biocarburanti, ho promosso un'iniziativa proprio a gennaio al Parlamento europeo, che va in questa direzione e ma non bisogna demonizzare nessuno. Nessuna tecnologia, né l'elettrico né, né altre tecnologie per carità, non demonizzare alcuna tecnologia, però siete d'accordo con me che i biocarburanti sono una percentuale bassissima attualmente e secondo gli scienziati avranno uno sviluppo molto interessante ma anche molto lento, cioè è difficile immaginare di fare la transizione green coi biocarburanti. Detta proprio subito un attimo conclude Narla e torno da lei. E poi anche dalla segret. Il biocarburante è una carta che l'Italia può giocare, può essere anche una interessante opportunità per il mondo agricolo, però è chiaro che non è la soluzione ed è drasticamente inferiore rispetto all'elettrico, ma non possiamo neanche pensare che non si debbano. fare investimenti sull'elettrico. Vede, il problema non è che Bruxelles ci blocca, è Roma che è ferma, perché se il problema fosse l'Europa, allora perché la Spagna corre economicamente e anche sull'automotive, va molto meglio dell'Italia. La Spagna produce più di 2000000 di automobili, l'Italia è sotto 500000. Quindi se altri paesi europei vanno bene, non si può dare la colpa all'Europa. Tovieri per diritto di replica brevemente perché devo tornare da Fumarola. Guardi, a me questi risultati mirabolanti sul termine dell'automotive, guardi, se vuole la porto insieme a me, a vedere fuori da Bruxelles, um governata le fabbriche, le fabbriche auto di che hanno chiuso a febbraio. Quindi non è un tema di politiche industriali italiane, è un tema di scelte sbagliate in radice a livello europeo, sul futuro dell'automotive, il settore a livello. livello europeo è stato messo in ginocchio. Servono degli investimenti nell'elettrico, benissimo, allora qual è la ragione per cui la Commissione debba imporre delle sanzioni alle sue stesse case automobilistiche che le hanno già detto sono state congelate a suo tempo e come dice lei insomma si augura che venga proprio cancellato questo questo vincolo insomma. No, non hanno cancellato nulla, sanzioni, anzi che non sono state sospese, sono state spalmate tre anni che se io non raggiungo l'obiettivo alla fine di quest'anno e l'anno prossimo non compenso il mancato raggiungimento, non dovuto mettere soldi diciamo da subito ecco in questo senso sono state sospese. Devo andare. Da subito, ma ognuno lo sa quanto deve pagare ogni anno e che comunque ci saranno. Questo è frutto anche di quello che diceva Nardella, cioè rinvii, cambi di normativa, incertezza, come diceva Tovaglieri. Questo è proprio un esempio classico del fatto che cambiare le norme, cambiare le regole, l'applicazione delle regole diventa sempre. tutto più complicato. Io ho davvero pochissimo tempo. Mi scuso con la segretaria Fumarola le do la palla proprio per un flash finale. Segretaria è un tema molto ampio, molto complesso, ma dal vostro punto di vista come riusciamo a gestire, a conciliare la necessaria transizione verde con stabilimenti sempre più piccoli, sempre più vuoti, annunci continui di chiusure o di ridimensionamenti. Ma, come diceva lei, facendo un po' di ordine, perché questi cambi continui non aiutano assolutamente, serve una politica industriale italiana, ma serve una politica industriale europea, serve un fondo sovrano che possa aiutare le transizioni che le imprese devono vivere. L'automotive, esattamente come la filiera dell'acciaio, sono delle filiere fondamentali per l'economia del nostro paese, ma noi per poterle rimettere, in pista abbiamo bisogno nell'automotive di avere un piano industriale chiaro che tenga conto delle innovazioni, degli investimenti, della tutela del lavoro, ma al contempo abbiamo bisogno che l'Europa aiuti queste transizioni, diversamente è una zavorra che non aiuta assolutamente ad andare avanti, anzi a complicare la vita delle imprese, a complicare la vita economica dei paesi. Il tempo è davvero finito. Ringrazio e anche la segretaria per la brevità le ho dato la palla proprio davvero sui titoli di coda. Grazie a Daniela Fumarola, grazie a Dario Nardella, grazie a Isabella Tovaglieri per aver partecipato al nostro dibattito a Sky TG 24 economia che come di consueto torna come tutti i giorni dal lunedì al venerdì alle 17:15 in diretta alle 22:15 in replica dopo le 18 via podcast per chi volesse riascoltare la puntata all'ora che preferisce. Buonasera. .























