La migrazione è già iniziata, graduale ma con esito certo. Lo SPID, il sistema pubblico di identità digitale che permette ai cittadini di accedere ai servizi online dello Stato, viene rinnovato per un altro lustro, ma con alcune novità che nei fatti, accompagneranno la transizione verso la CIE, la carta d'Identità digitale è già attiva e funzionante e si può usare in luogo dello SPID, ma è destinata a soppiantarla perché offre le stesse identiche possibilità e in più nuove ulteriori funzionalità. La notizia è tecnica, ma l'impatto è su tutti noi. È stata infatti rinnovata la convenzione per l'utilizzo dello SPID tra Agid, l'Agenzia per l'Italia digitale, e le società pubbliche e private che offrono le loro piattaforme per creare l'identità digitale, come ad esempio Poste Italiane o Aruba, raccolte in Assocertificatori. Nel rinnovo del contratto si apre la possibilità di introdurre una valorizzazione economica della base autenti. Tradotto il servizio di creazione e utilizzo dello SPID potrebbe diventare a pagamento anche per quei gestori che finora lo forniscono gratis. Possibilità già esistente, ma che ora potrebbe diffondersi, elemento che a tendere potrebbe spingere molti. cittadini a usare la CIE, la carta d'Identità elettronica. La tessera, a differenza dello SPID, può essere rilasciata solo da enti pubblici, perché è il documento d'identità ufficiale proprio come il vecchio documento cartaceo. Per usarlo anche per accedere ai servizi digitali va scaricata e attivata la specifica app. Da quattro anni dal 01/10 del '21, tutte le pubbliche amministrazioni sono tenute per legge ad accettare sia SPID che CIE. La migrazione sarà corposa. Sono circa 41 milioni gli italiani dotati di SPID, con più di 1.2 miliardi di autenticazioni, quindi di accesso ai servizi digitali della pubblica amministrazione, solo nell'ultimo anno. .























