Starace (Enel): 37 miliardi di investimenti in tre anni

"Ci sono vari filoni di sviluppo in questa strategia il primo più importante è in questo momento un riposizionamento gruppo strategico dell'azienda, su quei business che hanno senso andando avanti nel tempo e quelli che non ce l'hanno, sui Paesi dove le nostre competenze e capacità vengono meglio poste a valore. Questo ci porta a una riduzione del debito di circa 10 miliardi durante il 2023, perché il grosso di queste operazioni avverranno nel 1023 ci porta a una concentrazione solo su 6 Paesi core in cui operiamo, Paesi chiave, che sono l'Italia e la Spagna in Europa, il Brasile, la Colombia e il Cile in America Latina, e gli Stati Uniti". Abbiamo visto pochi giorni fa il termine della Cop27 in Egitto come sarà il contributo?, quale sarà il contributo di Enel nella sfida della transizione energetica? "Dalla progressiva decarbonizzazione, devo dire molto accelerata della nostra generazione è il più, come dire, eclatante contributo quindi si vede man mano l'uscita della nostra generazione termica, durante questi 3 anni continuare e crescere molto il contributo della generazione. Noi arriveremo a circa l'80% alla fine, 75% alla fine di questo periodo passando da 55 che abbiamo adesso, di generazioni rinnovabili". Abbiamo visto le difficoltà europee di trovare un accordo su un tetto al prezzo del gas, e rinvio dopo rinvio, ci si è un po' incartati, qual è la prospettiva, cosa si aspetta da questo punto di vista? "Ma, penso che adesso più o meno l'abbiano capito tutti che qualcosa bisogna fare anche quelli che forse all'inizio pensavano non fosse necessario, le proposte che ci sono, sono molto annacquate rispetto a quello che secondo me si dovrebbe fare, però meglio quello che nulla". Passiamo ora alla manovra del Governo, tassa sugli extra profitti energetici che passa al 35% sugli utili, cambiando quindi un po' natura. Qual è il giudizio vostro, di Enel? "Un giudizio che va bene, chi ha avuto un extra profitto paga una tassa. La percentuale può cambiare, la base imponibile è osservata nel periodo, può cambiare un pochino, ma alla fine l'importante è chiudere questa partita una volta per sempre". Le chiedo ora la conferma su una notizia che è circolata nelle scorse settimane sul fatto che Enel stia negoziando una linea di credito per 16 miliardi con le banche, garantita in parte da Sace, quindi da un'azienda pubblica, state valutando questa opzione? "Si, è un meccanismo che aiuta noi e altri operatori che operano sui mercati dei derivati per coprirsi dal rischio che è stato enorme, e rimarrà enorme e che serve per non paralizzare liquidità in maniera esagerata e quindi sicuramente un processo importante che mette l'Italia alla pari di altri Paesi europei che hanno già introdotto simili provvedimenti. In questo momento sembra non necessario perché il prezzo si è un po'abbassato, ma basta di nuovo una fiammata di volatilità che improvvisamente si ritorna in allerta rossa, quindi è fondamentale mettere in sicurezza un po' tutto sistema".