Stati generali, il confronto Governo imprese. Confindustria ha messo sul tavolo la sua analisi consegnata al premier. Italia 2030, proposte per lo sviluppo, declinata in un volume per il rilancio che guarda ai prossimi anni con la sollecitazione ad una riforma del fisco, a partire dalla zavorra cuneo fiscale. Dopo i giusti interventi a favore dei lavoratori. Bisogna pensare a ridurre la quota a carico delle aziende. E se il Presidente Conte ha rassicurato sul clima proficuo e sull'impegno costante per il sostegno al sistema produttivo come priorità del Paese in un momento di shock economico come questo, dal neo numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi, non vengono risparmiate nuove critiche. Già duro nei giorni scorsi sull'operato dell'esecutivo, al quale viene imputata la mancanza di una visione strategica sulla fase 3 e di un piano di crescita pluriennale, punta ora il dito sui gravi ritardi delle procedure a sostegno della liquidità delle aziende, mentre sul capitolo cassa integrazione sottolinea è stata anticipata in vasta misura dalle imprese e così sarà per le ulteriori 4 settimane disponibili. Poi richieste precise. Lo Stato paghi i suoi debiti con le imprese. Oltre 50 i miliardi in sospeso con i fornitori calcola Confindustria. Ancora, è troppo lunga l'attesa di oltre 60 mesi per la regolazione dei crediti IVA rispetto ai meno di 6 nei Paesi concorrenti europei. Altro punto, vengano restituiti subito il 3,4 miliardi di addizionale provinciale sull'energia elettrica che le aziende hanno pagato. L'accisa è stata successivamente abrogata nel 2012 e una recente sentenza della Corte di Cassazione ha sancito il diritto al rimborso per chi l’ha versata. Ma durante i lavori è risuonato anche l'appello lanciato dall'edilizia. In un settore che ancora non è uscito dalla crisi del 2008 ha detto il Presidente dell'Ance, Gabriele Buia, l'arresto della produzione dovuto al lockdown mette a rischio altri 60000 costruttori e 300000 lavoratori.