La Pianura Padana si è ritrovata, da un anno all'altro, al centro della crisi energetica; tra Lombardia ed Emilia Romagna si trova infatti il 70% della capacità di stoccaggio di gas del nostro Paese. Nella stagione invernale quando si alza il termostato non è sufficiente il gas che arriva in Italia dall'estero, per questo nel corso della primavera e dell'estate parte del metano viene risparmiato e depositato sotto terra per poter essere utilizzato in inverno. Siamo andati a visitare l'impianto di Bordolano, in provincia di Cremona, gestito da SNAM la società responsabile della rete di gas italiana. Proprio qua, 1500 metri sotto i nostri piedi, si trova un ex giacimento di gas, ormai esaurito, esteso per 80 chilometri quadrati; pensate che oggi viene utilizzato come grande serbatoio del gas da utilizzare durante l'inverno. Qui, nel sottosuolo, possono essere iniettati fino a 1,7 miliardi di metri cubi di gas, circa il dieci percento dell'intero sistema, metano sufficiente riscaldare circa 850.000 famiglie in un anno. La buona notizia è che, questo inverno, abbiamo consumato meno gas del previsto, per ora, per via delle temperature miti e così gli stoccaggi risultano ancora pieni all'82%, 16 punti in più rispetto al 2022. "Storicamente il picco di freddo avviene tra fine gennaio e inizi di febbraio però direi che i quantitativi che siamo riusciti a preservare sostanzialmente ci rendono, ci rendono tranquilli nel gestire queste queste situazioni." Il peggio però potrebbe non essere ancora alle spalle visto nel 2023 le forniture della Russia all'Europa saranno vicino allo zero, sarà dunque fondamentale non azzerare completamente le riserve; per risparmiarle in vista del prossimo inverno per questo SNAM, per la prima volta, ha già iniziato a iniettare metano nei mesi di dicembre e gennaio. Dal riempimento di questi enormi serbatoi dipende anche il prezzo del gas: più sono pieni, più le quotazioni scendono; ormai sotto i livelli pre guerra nell' attesa e speranza che i cali si possano percepire anche in bolletta.