Sembra inevitabile, le bibite analcoliche e zuccherate costeranno di più. Nel mirino tutte le bevande con dolcificanti, non solo quelle con lo zucchero in senso proprio. Di quanto esattamente sarà questo rincaro è difficile prevederlo ma all'orizzonte ci sono aumenti per succhi di frutta, aranciate, cola o acqua tonica al supermercato come al bar. È molto probabile infatti che i produttori e i distributori di questo tipo di bevande senza alcol scaricheranno sui consumatori il balzello che il governo vuole mettere da luglio. È la famigerata Sugar Tax pensata per ridurre il consumo eccessivo di zuccheri, perché fanno male alla salute. È sul tavolo dal 2019 ma è sempre stata rinviata. A dicembre si era deciso di farla entrare in vigore nel 2026. Adesso il colpo d'acceleratore in tempo per la calda stagione estiva. L'ipotesi è di un'imposta dimezzata rispetto alla previsione originaria e secondo Assobibe, gli industriali del settore, è improbabile che le imprese se ne faranno carico col risultato che un litro di tè freddo, per esempio, finirà per costare una manciata di centesimi in più. Non si tratta di grandi cifre ma neanche di una buona notizia vista l'inflazione degli ultimi anni. Inoltre le aziende temono un robusto calo delle vendite, rischi per i livelli occupazionali - 5.000 i lavoratori del comparto - e ripercussioni sull'agricoltura che fornisce le materie prime. Neanche per lo Stato si tratterebbe di grandi somme. L'incasso stimato non arriva a 100 milioni con la formula in discussione. Pochi soldi per il bilancio pubblico che però danno la misura delle difficoltà in cui si trova il governo nel far quadrare i conti per la prossima manovra per la quale servono quasi 19 miliardi per rinnovare nel 2025 una serie di aiuti, fra i quali due misure simbolo: lo sgravio dei contributi ai dipendenti e la riduzione dell'Irpef.























