Prende forma l'annunciato paracadute sugli sconti edilizi. A partire dalle villette, ci sarà più tempo per ultimare i lavori, usufruendo del superbonus al 110%, sempre che entro il 30 settembre dello scorso anno, si sia effettuato almeno il 30% della ristrutturazione, il termine che ora scade a fine marzo dovrebbe essere prorogato al 30 giugno, ma non si esclude che si possa arrivare al 30 settembre. Nulla cambia invece per i condomini, per i quali da gennaio l'agevolazione vale il 90% della spesa e senza la possibilità, dal 17 febbraio, della cessione del credito e dello sconto in fattura, due strumenti che permettevano di anticipare solo una piccola parte del costo. Per questi due meccanismi, cancellati per tutti i bonus edilizi, perché pesano troppo sull’Erario, il Parlamento sta mettendo a punto delle eccezioni, potranno essere ancora utilizzati per le case popolari, gli edifici del terzo settore e ancora quando i lavori riguardano la messa in sicurezza di aree colpite da un terremoto e quando si devono abbattere le barriere architettoniche. Le novità non finiscono qui, perché allo studio c'è anche la possibilità di spalmare in dieci anziché quattro anni le rate dei rimborsi, in questo modo ogni singola tranche del superbonus sarebbe più piccola, ma si darebbe la possibilità anche, a chi ha un reddito medio-basso, di poter godere dello sconto. I crediti fiscali, infatti, si possono sfruttare appieno solo se si ha reddito che preveda una certa quantità di tasse da versare. Ancora da sciogliere intanto il nodo dei crediti incagliati, 19 miliardi di euro che pesano sulle imprese, l'idea che le aziende possano utilizzarli per per compensare tributi e altri balzelli lascia freddo il Governo, convinto che le banche abbiano ancora spazi prenderli sulle loro spalle.