Nuovo assetto della rete telefonica; il dossier, sul tavolo di ogni governo da quasi 10 anni, potrebbe aver raggiunto un punto di svolta, con importanti effetti economici e tecnologici. Il Ministero dell'Economia, ha trovato un'intesa con un possibile acquirente della rete internet, in rame e fibra, che attraversa la penisola, di proprietà di Tim. Si tratta di Kkr, un fondo americano che ha avanzato un'offerta a Tim per circa 21-23 miliardi, nei mesi scorsi. Il memorandum, stabilisce che il Ministero dell'Economia farà parte dell'offerta di Kkr, che dovrebbe arrivare in alcune settimane, con una quota del 20%. Una mossa che ha due significati: primo, il governo dovrà mettere sul piatto circa 2 miliardi di euro; secondo, il MEF avrà un ruolo decisivo nella definizione delle scelte strategiche. Se l'offerta andasse in porto, va ancora superata la ritrosia dei soci francesi di Tim, si aprirebbe un nuovo capitolo che potrebbe portare alla creazione di un'unica rete internet, superando i paletti posti dall'Antitrust per la condizione ambivalente di Telecom, oggi attiva sia sul mercato all'ingrosso che su quello finale. Dal 2016 esistono, infatti, almeno due reti in Italia: quella di Tim, figlia della vecchia rete telefonica in rame, e quella di Open Fiber, società a controllo pubblico che fornisce cavi in fibra agli operatori, che poi vendono gli abbonamenti a famiglie e imprese. Questo duplicato ha generato ritardi nell'accesso a servizi internet veloci, ma la partita non è ancora chiusa. Da valutare l'ingresso di altri potenziali soci nell'accordo e l'impatto occupazionale dell'operazione.
