Passo in avanti verso la vendita della rete fissa di Tim, il Governo ha dato il via libera alla cessione di NetCo la nuova società che gestirà l'infrastruttura cioè i cavi di rame e fibra ottica che verrà separata dell'operatore telefonico e acquisita dal fondo statunitense Kkr. Il disco verde era necessario perché quello delle telecomunicazioni è ritenuto un settore strategico visto che la rete dell'ex monopolista è la più grande del Paese. Copre la maggior parte delle case e delle imprese e garantisce il passaggio dei dati della pubblica amministrazione. Un'operazione importante dunque non solo per il suo valore 22 miliardi ma anche per gli interessi in gioco tanto che l'esecutivo ha stanziato oltre 2 miliardi per assicurarsi una fetta dell'infrastruttura con l'intento inoltre di unificare la rete Tim con quella di Open Fiber azienda controllata dallo Stato, per accelerare lo sviluppo di connessioni veloci. Strategica è considerata anche Acciaierie d'Italia, l'erede dell'ex Ilva, Palazzo Chigi ha predisposto le carte per prendere in mano il gruppo siderurgico in crisi che ha il fulcro a Taranto attraverso un rapido commissariamento da attivare se non si troverà un accordo consensuale per divorziare dal socio privato ArcelorMittal. In pratica si sono messi nero su bianco una serie di strumenti per garantire i posti di lavoro con la cassa integrazione, i creditori e continuare la produzione. La trattativa con la multinazionale va avanti ma il tempo a disposizione è poco, i franco indiani non considerano strategica l'ex Ilva, non vogliono mettere altri soldi e hanno rifiutato di diventare il socio di minoranza se non avranno gli stessi poteri dello Stato.