80 anni e uno sguardo sempre lucido sul mondo. Michael Spence, Premio Nobel per l'economia nel 2001, statunitense, al Festival Internazionale dell'economia di Torino parla di permacrisi, cioè dello stato di crisi permanente in cui siamo immersi determinato da una concatenazione di eventi emergenziali: pandemia, guerre, cambiamento climatico ma anche le frequenti elezioni. "Credo che gli elementi di preoccupazione principali siano due; da un lato, i conflitti, le guerra in Palestina, le preoccupazioni di conflitto nel sud-est asiatico a Taiwan e dall'altro lato, abbiamo le elezioni in diverse parti del mondo e sappiamo che cosa succederà se l'esito di queste elezioni sarà un esito nazionalista e populista". L'Europa, geograficamente, si trova tra due guerre: come riuscirà ad uscire da questa situazione complicata? "Ci vorrà del tempo perché l'Europa si disincagli da questa situazione difficile ed ecco perché l'economia europea va un po' meno bene di quella americana. Tuttavia, sono rimasto molto sorpreso perché mi attendevo risultati ben più nefasti per l'Europa da questo conflitto. In realtà, l'Europa ha dimostrato una resilienza davvero encomiabile". Questa invece, la visione di Spence per rilanciare l'economia italiana. "Bisogna puntare sugli investimenti, gli investimenti nel digitale, nella ricerca, nella sicurezza, in modo tale da dare slancio alle economie e farlo in un modo duraturo e integrato".