Può sembrare presto, nel pieno di un’estate dall’afa record, ma l’inverno sta –se non proprio "arrivando" come nell’adagio del famosissimo Trono di Spade– sicuramente già preoccupando: perché Mosca sta limitando la capacità dei Paesi europei di stoccare gas per i mesi freddi, e la riduzione delle forniture russe comporta la necessità di ridurre in modo coordinato le richieste, quindi i consumi. L’obiettivo europeo è tagliare l’uso di metano del 15% rispetto al consumo medio degli ultimi 5 anni, per un periodo di otto mesi: dal primo agosto ‘22 al 31 marzo ’23. Con misure che ogni Governo sceglierà. Sarà il Consiglio Europeo (quindi i Capi di Stato dei Paesi membri, e non la Commissione come ipotizzato nelle prime bozze) a decidere su eventuali obiettivi vincolanti, qualora l’adesione volontaria su cui si basa il provvedimento non raggiunga i target, e lo farà a maggioranza qualificata su proposta o della Commissione o di almeno 5 Stati membri (non 3 soli coma da prime ipotesi). Sono previste esenzioni e possibili deroghe. Anzitutto, sono esentati dal taglio gli Stati membri non interconnessi alle reti del gas di altri Stati, perché non sarebbero in grado di liberare volumi significativi a favore dei partner: è il caso di Spagna e Portogallo, essendo la penisola iberica poco collegata tramite gasdotti col resto del Continente. Sono poi previste tre ipotesi di deroghe: possono chiederle i Paesi che superano i loro obiettivi di riempimento degli stoccaggi; gli Stati che abbiano un consumo di gas aumentato di almeno l'8% nell'ultimo anno rispetto alla media degli ultimi cinque anni (che insomma hanno più bisogno di gas); e quelli fortemente dipendenti dal gas come materia prima per le industrie principali e per la produzione di elettricità; e quest’ultimo potrebbe essere il caso dell’Italia, che produce circa la metà dell'elettricità grazie al metano, molto di più degli altri principali Paesi dell'Unione.























