Sappiamo della necessità dell'Unione Europea di uscire dalla morsa di Mosca per la dipendenza energetica e conosciamo anche, ne stiamo parlando, dei piani che la Commissione Europea ha presentato e di cui si parlerà anche a Versailles tra i capi di Stato e di Governo. Allora, andiamo a vedere l'obiettivo, perché l'obiettivo è quello di ridurre, è molto ambizioso, è di ridurre di 2/3 le importazioni di gas russo in poco tempo, quindi semplicemente entro la fine dell'anno, questo è l'obiettivo molto ambizioso che si è data la Commissione Europea, parliamo di sostanzialmente 160 miliardi di metri cubi, che oggi sono necessari per riscaldare le nostre case e per accendere la luce. Teniamo conto che servono dei mesi, se non degli anni, perché altrimenti come ha detto il Ministro Roberto Cingolani, saremo di fronte a una crisi sociale, una crisi sociale vera e propria. Andiamo allora a vedere se il piano proposto dalla Commissione Europea è effettivamente fattibile ed è sostenibile, qua abbiamo messo a confronto il piano europeo sulla prima riga, il piano invece dell'Agenzia Internazionale dell'Energia, che in inglese il cui acronimo è IEA appunto. Allora, la prima cosa in comune che vediamo sono queste fette rosse 35-42%, perché entrambi i piani prevedono che non si possa fare a meno di tutto il gas russo appunto, in un solo anno ma che appunto, una parte del gas debba essere mantenuto. La più grande differenza invece, che andiamo a vedere sta subito a destra, quindi sulle fette gialle. Perché? Perchè l'Unione Europea prevede che questa fetta gialla che adesso sto sottolineando in rosso, sia appunto sostanzialmente del 40% del gas russo, possa essere sostituito da altri fornitori: il gas liquefatto dal Qatar o dagli Stati Uniti oppure, facendo funzionare di più il TAP che arriva in Puglia, mentre la IEA prevede che questo possa essere fatto solo per il 20% di gas russo. Dov'è che allora l'Agenzia Internazionale dell'Energia prevede che possa essere preso, sostituito altro gas? Bene, da queste ultime due fette in azzurro e in giallo. Perché? Perché qua si parla di nucleare, maggiore generazione dalle centrali nucleari esistenti per un 8% di gas russo e ancora invece, dal carbone e dal gasolio per un altro 20%. Elementi che invece l'Unione Europea non accetta, non prevede nel suo piano di sostituzione del gas russo appunto perché vuole mantenere quei piani climatici di riduzione della CO2, che però vanno un po' a cozzare con l'obiettivo di ridurre in tempo breve il gas da Mosca. Insomma, staremo a vedere chi ha ragione e se effettivamente questi obiettivi molto ambiziosi potranno essere raggiunti.























