Un fondo per la ripresa che possa raccogliere risorse sui mercati attraverso l'emissione, da parte della Commissione Europea, di titoli garantiti dal bilancio comunitario. Al momento, è questa l'ipotesi su cui ruoterà la discussione al Consiglio europeo di giovedì, un'intesa di principio tra i 27, sulla creazione del fondo, dovrebbe essere raggiunta, ma il vertice non sarà risolutivo perché serviranno ancora settimane di negoziazioni sui dettagli. Niente Eurobond, dunque, titoli che sarebbero garantiti da tutti i Paesi membri, ma comunque uno strumento di finanziamento che si baserebbe su risorse comuni e che riuscirebbe a convincere anche le capitali finora più riottose. Toccherà, poi, alla Commissione Europea, il 29 aprile, presentare le specifiche del piano, legandolo alle già complesse trattative sulla dimensione del bilancio europeo per il prossimo settennato. Trattative che a gennaio, in epoca pre Covid, avevano visto già profonde spaccature tra i 27. Per l'Italia è fondamentale che si faccia in fretta e che l'uso delle risorse rifletta le diverse specificità dei Paesi più colpiti, si punta a un fondo da mille, mille 500 miliardi, risorse che l'Europa poi userebbe per finanziare prestiti ai singoli Stati membri a tassi vicino allo zero e con lunghe scadenze. Prestiti che però impatterebbero sul livello di debito nazionale, per questo l'Italia, spalleggiata da altre capitali, a partire da Madrid, ambirebbe anche a una quota di trasferimenti a fondo perduto. Le trattative, dunque, necessiteranno di ulteriori settimane, chiudere entro giugno verrebbe considerato già un successo. Per questo, per l'immediato, ci sarebbero gli altri 3 strumenti messi a disposizione dall'Europa: la Banca degli investimenti, la cassa integrazione europea e il fondo Salva-Stati per le spese sanitarie. Intanto, proprio sulla nuova linea di credito del MES, il Presidente dell'Eurogruppo, Centeno, rassicura: “Niente troika e niente condizioni nascoste”. Tra due settimane sarà pronta per chi vuol attivarla.