L'economia britannica mostra i muscoli: il suo Prodotto Interno Lordo registra un +7,5% nel 2021, recuperando gran parte del 9,4% perso nell'anno precedente; e anche la contrazione registrata nell'ultimo quadrimestre del 2021 a causa della variante Omicron è stata inferiore alle attese. Il pacchetto di aiuti messo in campo sarà pari a circa 400 miliardi di sterline, 476 miliardi di euro. Tutto bene dunque? Non proprio. La Banca d'Inghilterra prevede una crescita dell'inflazione fino al 7,5%, attualmente è già al 5,4%, la più alta degli ultimi trent'anni, che andrà a sommarsi al rincaro del carburante e soprattutto delle bollette, con una media di spesa di 800 sterline, 950 euro, in più a famiglia in un anno. In calendario c'è poi un rincaro della previdenza sociale a partire dalla primavera e un aumento delle tasse che dal 2023 sarà il più alto degli ultimi settant'anni. Un incremento record che si è reso necessario per cominciare a ripagare il sistema di sostegni messi in campo da Sunak nel biennio della pandemia. Proprio il rincaro dell'energia, del caro carburante e gli effetti sull'import-export della Brexit hanno fatto lanciare un allarme, nei giorni scorsi, anche al numero uno di Tesco, la più grande catena di supermercati nel Regno Unito. John Allan ha dichiarato che il peggio deve ancora venire e che il prezzo degli alimentari potrebbe crescere di un 5% da qui alla primavera.























