Non solo compagnie aeree o industrie automobilistiche. La pandemia sta mettendo in crisi aziende storiche e dalle spalle apparentemente solide in molti settori, portandoli in alcuni casi al fallimento. L'ultima in ordine di tempo è Brooks Brothers, storico marchio di abbigliamento a stelle e strisce che ha vestito star del cinema, banchieri di Wall Street e quasi tutti i Presidenti Usa, compresi gli ultimi due, Barack Obama, e Donald Trump. 200 anni di storia, gli ultimi 20 nelle mani di Claudio del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica. Il calo delle vendite era iniziato da prima della pandemia ma i negozi chiusi, lo smart working, la mancanza di occasioni formali nelle quali indossare le celebri camicie hanno dato il colpo di grazia all'azienda, che ha presentato istanza di fallimento. Grazie a un finanziamento da 75 milioni di dollari e alle norme sulla bancarotta Usa potrà continuare ad operare in attesa di trovare un compratore. Stesso discorso per più di una catena di grandi magazzini. Hanno fatto bancarotta JCPenney, che ha portato i libri in tribunale a maggio e pianifica di chiudere il 30% dei suoi negozi, J.Crew e Neiman Marcus, e anche Macy's non se la passa troppo bene. Per rimanere a galla ha già annunciato il licenziamento di 6000 dipendenti. Sempre a maggio, ha presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti e in Canada il colosso mondiale dell'autonoleggio Hertz. Nessun problema invece per le filiali europee. Del resto quello dei viaggi e degli spostamenti in generale è uno dei settori in assoluto più colpiti dalla crisi. Libri in tribunale anche per NPC International, che è il principale affiliato di Pizza Hut e della catena di ristoranti Wendy's. Infine ha colpito una delle più famose aziende mondiali nel campo dell'intrattenimento, il Cirque du Soleil, che da anni porta i suoi artisti e le sue acrobazie in giro per tutto il mondo. Con gli spettacoli e la vendita di biglietti azzerati, ha dichiarato bancarotta a maggio ed è in cerca di un compratore.