Per dare soldi alle imprese a corto di liquidità, a causa dell'emergenza coronavirus, arriva un nuovo ombrello pubblico. Lo Stato garantirà i prestiti chiesti dalle aziende, promettendo di sostenere i costi nel caso in cui non siano in grado di ripagare, entro 6 anni, quanto ricevuto. Si tratta in pratica di una polizza che coprirà in tutto, o in larghissima parte la richiesta di denaro, dalle grandi società agli artigiani e che mobiliterà, secondo le stime dell'Esecutivo, 400 miliardi di euro che vanno a sommarsi ai 350 del decreto di marzo. La nuova misura anticrisi permetterà alle piccole e medie imprese, di chiedere fino a 25.000 euro, senza dover aspettare che venga certificata alla solidità patrimoniale. Lo Stato garantirà l'intera somma, con l'obiettivo di fornire denari in tempi brevi. Lo stesso accadrà se il credito arriva a 800.000 euro. Ma in questo caso l'aiuto pubblico non coprirà l'intero importo. Il 10% sarà sulle spalle dei privati tramite i consorzi Confidi. Per soglie superiori, al massimo 5 milioni, il paracadute, invece, in ogni caso arriverà al massimo al 90%. La parte mancante, quindi, sarà a carico dell'impresa stessa. Per le grandi aziende, a gestire le garanzie sarà Sace, società pubblica sotto il controllo di Cassa depositi e prestiti, il braccio finanziario dello Stato, sul cui ruolo, nelle scorse ore, c'è stato un dibattito acceso all'interno della maggioranza. Gli altri 200 miliardi di finanziamenti che si prevede saranno messi in moto, rientria, invece, nell'orbita dell'export. Rafforzato poi il cosiddetto Golden Power, per esteso il meccanismo che permette di vietare a gruppi stranieri di acquisire il controllo di società italiane strategiche. Per quanto riguarda il fisco, infine, tasse e contributi vengono sospese da aprile e maggio per imprese e partite IVA che a marzo hanno perso almeno un terzo del fatturato. I versamenti vengono posticipati alla fine di giugno o in 5 rate.