È il fisco uno dei pilastri del nuovo piano nazionale di riforma del Governo. Una revisione complessiva dell'universo tasse che dovrà andare a braccetto con la lotta all'evasione. Temi presenti da anni sull'agenda politica e che adesso con la crisi generata dalla pandemia si fanno più pressanti, anche in vista degli aiuti europei. Nel documento pluriennale di politica economica che il Tesoro di solito presenta ad Aprile si tracciano a grandi linee le priorità. Non si parla di condoni, ma di una revisione del sistema progressivo di tassazione, esclusa quindi la flat tax, per ridurre il carico su famiglie e imprese. L'intenzione è di tagliare le imposte sui redditi da lavoro, ridisegnando gli scaglioni dell'IRPEF e incentivando le aziende ad assumere. Allo stesso tempo si progetta di rivedere le spese fiscali, una giungla di bonus sulla quale si promettono colpi di forbice da anni, partendo dai cosiddetti sussidi ambientali dannosi. Sconti, come quelli sui carburanti, che valgono, secondo le ultime stime, oltre 16 miliardi. Per dare una spallata all'evasione tra le più alte d'Europa si annuncia la promozione dei pagamenti digitali, maggiori limiti all'uso del contante, oltre a più controlli. Nel piano di riforma non si parla di rimodulare l'IVA, l'imposta sui consumi, ma è noto che se ne discuta nella maggioranza. Anche l'aumento degli investimenti è previsto nel nuovo piano. L'obiettivo è arrivare sopra il 3% del Pil dal 2,3 del 2019. Più soldi pubblici nei prossimi anni per sanità, ricerca e istruzione, scuola, trasporti, in primis le ferrovie e la banda ultra larga digitale con la previsione, tra l'altro di un contributo fra 200 e 500 euro a famiglia, per l'acquisto di computer, tablet e connessione internet. Per il lavoro si vogliono rafforzare gli ammortizzatori sociali, introdurre il salario minimo e rendere più efficienti i centri per l'impiego che finora hanno avuto scarso successo nel trovare un posto a chi percepisce il reddito di cittadinanza. Sulle pensioni il campo è aperto. L'anticipo pensionistico di quota 100 si concluderà a fine 2021 e ogni scelta dovrà fare i conti con i denari a disposizione. A questo proposito si annuncia una nuova revisione della spesa contro gli sprechi e un piano decennale di riduzione del debito, che schizzerà in alto già da quest'anno a causa della pandemia.