Il Governo ammette i ritardi e promette che i soldi in tasca ai lavoratori in cassa integrazione arriveranno più rapidamente. Per raggiungere questo obiettivo, vitale per tanti italiani che con la pandemia si sono ritrovati senza stipendio, nella maxi-manovra si prevede una semplificazione dei meccanismi. La cassa in deroga, uno strumento che con l'emergenza sanitaria è stato allargato anche a chi non poteva accedervi, come le imprese con meno di cinque dipendenti, è quello che ha dato più problemi perché è ha iter complesso. La novità è che d'ora in poi l'azienda invierà la domanda all'Inps e non più alla Regione, in modo che l'Istituto di previdenza possa autorizzare la domanda ed erogare una quota del sussidio riducendo i tempi. Per la parte restante dell'aiuto si dovranno però attendere i controlli burocratici. L'anticipo dell'Inps riguarderà solo le nuove domande di cassa in deroga. Per quelle vecchie si continua col vecchio sistema, tramite il quale i lavoratori che hanno ricevuto al 10 maggio il bonifico sono stati poco meno di 122mila a fronte di una platea di beneficiari stimata in oltre 1 milione. La cassa in deroga e quella ordinaria, che è stata pagata all'85% dei richiedenti, sono state rifinanziate e quindi prorogate per un massimo di altre nove settimane. Anche qui c'è una novità perché il periodo aggiuntivo per garantire un salario, per quanto ridotto, ai dipendenti, viene spezzato: in prima battuta si potranno chiedere cinque settimane di cassa; solo successivamente, e se necessario, le altre quattro. In totale tutti questi ammortizzatori, compreso l'assegno ordinario, coprono il periodo che va da febbraio ad agosto, ma il decreto prevede la possibilità di estenderli fino a ottobre.