L'obiettivo del governo di dare un aiuto economico a milioni di famiglie in difficoltà a causa della pandemia sembra lontano. Le domande finora presentate per il reddito di emergenza, il sostegno riservato a chi non gode di altri sussidi, compreso il reddito di cittadinanza, sono state, secondo il Sole 24 ore, meno di 250 mila, di queste 39 mila sono state respinte. A poco meno di tre settimane dalla sua partenza sono stati avviati i pagamenti per le prime 67 mila richieste, ma non c'è stata la corsa a questa misura, per la quale lo Stato ha stanziato quasi un miliardo di euro. C'è tempo fino al 30 giugno per chiedere il reddito d'emergenza, ma per avere i soldi che, per fare un esempio, ammontano a 640 euro per una famiglia di tre persone, bisogna sapersi districare tra un po' di burocrazia. Si può fare tutto on line sul sito dell'INPS, ma bisogna avere le chiavi di accesso o l'identità digitale, oppure rivolgersi a un patronato, ma servono in ogni caso una serie di documenti, dichiarazione sostitutiva unica e Isee, che attestino la situazione economica complessiva e quella anagrafica. Si tiene conto anche di eventuali risparmi, e se questo complesso calcolo supera i 15 mila euro non si ha diritto a nulla. Poche domande, anche per la sanatoria dei lavoratori migranti irregolari, a fronte di un esercito di 600 mila in nero finora sono arrivate meno di 10 mila richieste di sanatoria. Non ci sono solo le difficoltà legate alle scartoffie, dietro allo scarso successo registrato, c'è tempo fino a metà luglio comunque. La regolarizzazione, varata dopo diversi attriti nella maggioranza, è limitata a braccianti agricoli, colf, e badanti, esclusi quindi alcuni settori come l'edilizia, ma anche le consegne a domicilio, che rappresentano ricchi serbatoi dell'impiego fuorilegge. Inoltre, il datore di lavoro deve versare 500 euro per la richiesta e avere determinati livelli minimi di reddito, almeno 20 mila euro l'anno, nel caso si voglia mettere in regola il collaboratore domestico. A tutto questo si aggiunge il rischio concreto di truffe. Come denunciato dai sindacati, ci sono casi di caporali che offrono ai migranti contratti fittizi per ottenere un permesso di soggiorno in cambio di diverse migliaia di euro. Sono stati previsti controlli incrociati che certamente impediranno abusi, ha assicurato in un'audizione parlamentare il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.