Sì alla proroga della cassa integrazione, contro il calo dell'occupazione causato dalla pandemia ma con l'obiettivo di ridurne l'uso con incentivi. Si muove su questa linea il Governo che nell'ambito della manovra d'agosto promette sgravi alle imprese, che riapriranno le porte ai loro dipendenti rimasti a casa con un assegno molto più leggero del normale stipendio perché pagati col sussidio. La cassa integrazione verrà quindi estesa di altre 18 settimane, secondo la formula varata nei mesi scorsi, cioè allargata a categorie di lavoratori che in tempi normali non potrebbero usufruirne come le piccole aziende. Le imprese che, però, decidessero di non utilizzarla o farne un ricorso limitato potrebbero vedersi alleggerire il peso dei contributi che pagano per i dipendenti, simile il meccanismo sul quale si ragiona per le aziende che invece assumeranno nuovo personale o stabilizzeranno i precari. Non verserebbero fino a dicembre la quota di oneri previdenziali e assistenziali a loro carico e che quindi verrebbe pagata dallo stato, a condizione però che ci sia un incremento complessivo dell'organico. In ogni caso sarà in vigore sino a fine anno il divieto di licenziamento che altrimenti scadrebbe il 17 agosto sarà allungata a dicembre anche la deroga per i contratti a termine, potranno essere rinnovati senza mettere nero su bianco la causale, cioè i motivi che giustificano l'assunzione a tempo. Si tratta di un'eccezione al decreto dignità di due anni fa voluto dai 5 Stelle che aveva stretto le maglie. L'emorragia di questi posti, mezzo milione in fumo in quattro mesi, ci dice che finora sono stati questi lavoratori ad aver pagato di più il conto della crisi.