Il capitolo fondamentale è quello che riguarda imprese e lavoro. Per Vittorio Colao i nodi più intricati sono lì, altrimenti il Paese non riparte. Le proposte messe nero su bianco dalla task force guidata dall'ex manager di Vodafone sono tante e fra queste non mancano quelle che promettono di creare un acceso dibattito, come l'esclusione della responsabilità penale per i contagi dei dipendenti, cioè uno scudo che impedisca di portare in tribunale il datore di lavoro perché ci si è infettati in azienda. Scenario simile per il rinnovo dei contratti a termine in scadenza, almeno per tutto il 2020, in deroga alle regole attuali che limitano molto il ricorso ai precari. La ricetta potrebbe risultare indigesta a una parte del Governo, ma c'è da ricordare come finora la perdita di posti ha riguardato soprattutto proprio questo tipo di lavoratori. Il documento poi propone una sanatoria per chi ha impiegati in nero, in pratica uno sconto fiscale su chi fa emergere situazioni irregolari. Ricordiamo i dissidi nati nella maggioranza con un provvedimento simile per i migranti. Un condono dietro pagamento di una tantum anche per chi ha portato i soldi all'estero e per chi tiene nel cassetto contanti mai dichiarati al fisco. Il maggior uso dei pagamenti elettronici andrebbe promosso per combattere l'altissimo livello di evasione di economia sommersa. Quindi detrazioni e sanzioni per scoraggiare la circolazione di banconote, fino alla richiesta da inoltrare a Bruxelles di eliminare quelle da 200 e 500 euro. Molte poi le idee per aiutare le imprese, dal rinvio del pagamento delle tasse sui redditi al rinnovo dei prestiti garantiti dallo Stato, ma si parla anche di favorire gli investimenti dei risparmiatori nelle piccole e medie aziende e il rientro in patria di quelle di maggior valore. Necessario, secondo Colao, incentivare l'innovazione tecnologica e, per rafforzare le imprese, iniettare capitali freschi, compreso l'intervento dello Stato, circoscritto però alle grandi società e per casi specifici e temporanei.