Nessuna conciliazione. Whirlpool va dritta per la sua strada e annuncia un piano di licenziamenti per gli operai dello stabilimento di Napoli. A nulla è valsa la mediazione del Governo, che chiedeva di prolungare di 13 settimane la cassa integrazione, in modo da mettere a punto un piano di rilancio industriale, che non privasse di posti di lavoro un territorio già duramente segnato dalla disoccupazione. Troppo bassa la domanda di lavatrici, spiegano i vertici della multinazionale, lo stabilimento non è più sostenibile. Ma anche se l'azienda dice di non voler chiudere al dialogo e mette sul tavolo un piano di incentivi all'uscita e di trasferimenti, l'irritazione da parte del Mise è tangibile. Il Ministro per lo sviluppo economico Giorgetti replica che non usufruire della cassa integrazione è irragionevole da parte dell'azienda. I lavoratori promettono battaglia. Attraverso i sindacati richiamano l'azienda alle sue responsabilità e puntano il dito verso la multinazionale, colpevole di aver interrotto unilateralmente il dialogo. Se Whirlpool mette in campo azioni offensive, sarà guerra.