Il gasdotto Stream1 non riapre i rubinetti e la chiusura, fa sapere Gazprom, durerà tutto il tempo necessario per effettuare le riparazioni. L'offerta di intervento da parte della Siemens Energy, che si occupa della manutenzione degli oleodotti, è stato rispedito al mittente. Ma per Bruxelles il guasto tecnico addotto come motivo da Mosca non è altro che un pretesto e un'altra conferma della sua inaffidabilità come fornitore. L'Unione Europea accusa Mosca di usare il gas come arma economica, mettendo così sotto ricatto energetico l'Europa e non rispettando i patti. Il tanto temuto blocco totale del gas russo è ormai uno scenario reale dopo mesi di erogazione a singhiozzo. Il Presidente Zelenski è ancora più duro ed esplicito. Di fronte alle accuse, Mosca si difende dando la colpa alle sanzioni occidentali. Lo stop al Nord Stream ha coinciso con possibili nuove misure contro la Russia, sebbene le sanzioni finora adottate abbiamo escluso la manutenzione degli oleodotti. Il Commissario Europeo all'Economia Paolo Gentiloni ha ribadito che l'Unione si aspetta il rispetto dei contratti energetici russi, ma intanto si corre ai ripari per rendersi indipendenti dal gas di Mosca. Il Consiglio Europeo dei Ministri dell'Energia il 9 settembre a Praga affronterà per prima cosa la questione del tetto massimo al prezzo del gas naturale, misura supportata soprattutto dall'Italia che fino a poco tempo fa non raccoglieva adesioni. Ora le aperture ci sono ma non sarà facile farla approvare, trattandosi di una sanzione servirà l'unanimità e l'Ungheria che ha già strappato un'esenzione per l'embargo al petrolio Russo non voterà mai a favore di un taglio dei prezzi del gas di Mosca. Altro discorso invece per la riforma del mercato dell'elettricità, su cui il consenso è totale.























