"Siamo diventati testimoni abulici di violenza lacerante", così Papa Leone XIV alla sua prima volta davanti all'Assemblea Generale della FAO. "A cinque anni dal completamento dell'agenda 2030 dobbiamo ricordare con forza che raggiungere l'obiettivo fame 0 sarà possibile solo se ci sarà una reale volontà di farlo". Un intervento duro e dai toni decisi. Poco prima il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella aveva aperto le celebrazioni dell'ottantesimo anniversario dell'Agenzia ONU e inaugurato il Museo Mune nella sede a Roma. "È un triste paradosso che proprio mentre crescono le conoscenze, le risorse, le potenzialità tecnologiche, anche con applicazioni rilevanti al settore agricolo, assistiamo a nuovi scenari di carestia, a inaccettabili sperequazioni, a un regresso di quel sistema multilaterale, unico paradigma in grado di dare vere risposte a questi bisogni". La visita di Mattarella avviene in occasione dell'Assemblea Generale della FAO, alla quale per l'Italia hanno partecipato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro degli Esteri Antonio Tajani. Come ogni anno cade nella giornata mondiale per l'alimentazione. Per il 2025 il tema è mano nella mano per un cibo migliore e un futuro migliore. "La fame non conosce confini. La sfida della sicurezza alimentare richiede unità d'intenti tra popoli e nazioni. I Leader dei popoli del mondo ovunque devono unirsi nella collettiva che diritto a cibo è un diritto umano fondamentale e che la pace è un prerequisito per la sicurezza alimentare". Eppure ancora oggi si stima che circa 673 milioni di persone soffrono la fame l'8,2 % della popolazione mondiale, cifra che in Africa sale al 20% dei propri abitanti. Numeri che dimostrano come l'obiettivo delle Nazioni Unite, fame 0 per il 2030 è ancora lontano. .























