Putin raduna a San Pietroburgo diversi capi di Stato africani per un summit Russia-Africa destinato, nelle intenzioni del Cremlino, ad aumentare la penetrazione di prodotti, tecnologie e di influenza russa nel continente africano. Il vertice avviene proprio mentre si riaccende l'emergenza grano e cereali e molti leader africani avrebbero disertato l'invito russo per le pressioni occidentali. Il blocco delle esportazioni ucraine tramite il Mar Nero, reimposto da Mosca, rischia di far aumentare i prezzi, con conseguenze gravissime per diversi Paesi, specialmente dell'Africa orientale. Del resto è stato calcolato che ogni aumento di punto percentuale del prezzo del grano corrisponde a circa un milione di persone in più nel mondo che piombano nella crisi alimentare e nel rischio fame e si aggiungono ai già 350 milioni di persone che si trovano in questa situazione, la crisi quindi ha un impatto diretto anche sui flussi migratori che arrivano nel nostro Paese, destinati ad aumentare a causa di guerre, come quella in Sudan, cambiamenti climatici ed ora anche nuova crisi alimentare. Putin cercherà di sfruttare le nuove difficoltà di esportazione ucraine per aumentare la vendita dei propri cereali ai paesi africani ospiti San Pietroburgo. "Intanto l'Europa, da una parte, cerca di agevolare il passaggio via terra del grano bloccato sul Mar Nero, dall'altra discute al proprio interno tra Paesi dell'est e Paesi dell'ovest". Le elezioni polacche spingono il Governo di Varsavia ad accantonare la sua tradizionale solidarietà all'Ucraina. La Polonia, con altri quattro Paesi, insiste infatti a chiedere di prolungare fino a fine anno il divieto di vendita di grano ucraino nel suo territorio, a difesa dei produttori locali. Il paradosso è infatti che se il mondo rischia una penuria di cereali o un aumento di prezzi, i territori limitrofi all'Ucraina devono affrontare il problema opposto, invasi dalle tonnellate di grano provenienti dai porti sul Mar Nero, che possono ora uscire solo via terra, verso l'Europa.