Il video è stato postato su Twitter e sarebbe la prova che i miliziani siriani filo-turchi sono arrivati in Libia, finanziati da Ankara per sostenere il governo di unità nazionale di Fayez al-Sarraj. Difficile trovare conferme indipendenti sul campo, al momento l'unica certezza è la volontà del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, di inviare le sue truppe a Tripoli, anticipando il voto del Parlamento al prossimo 2 gennaio. In ballo per Erdogan c’è molto più della stabilità della Libia, la firma di un accordo siglato poco più di un mese fa con il governo di Tripoli, che riconosce da Ankara la giurisdizione su un tratto di mare al largo di Cipro è infatti fondamentale per sventare il rischio che un gasdotto colleghi giacimenti del Mediterraneo orientale e l'Europa, tagliando fuori il proprio la Turchia. Per garantirsi questo risultato Erdogan deve quindi assolutamente evitare che il generale Khalifa Haftar sconfigga militarmente Sarraj. Il governo di Tripoli ha già ricevuto blindati e droni turchi che hanno sfidato le armi che Egitto ed Emirati hanno invece fornito al Haftar, che intanto gode anche dell'appoggio di miliziani russi, ma l'avvento di Ankara su un campo già difficile preoccupa il resto della comunità internazionale, attenta comunque a preservare i propri interessi energetici nel Paese nordafricano. Il rischio è crescente, un’escalation militare richiede da parte di tutti la massima moderazione e dunque la posizione condivisa dal Presidente francese Emmanuel Macron con il suo omologo egiziano al-Sisi ed anche l'Italia, che punta ad arrivare a Tripoli con una missione europea il prossimo 7 gennaio, sottolinea ancora la necessità di mediazione politica, che la Russia propone solo dopo il cessate il fuoco senza condizioni, evitando però di spiegare chi non debba dettarle.