Il piano di pace di Trump per il Medio Oriente che piace solo a Israele, per i palestinesi è irricevibile. È ormai scontro frontale tra la Casa Bianca e l'Autorità Nazionale Palestinese. Il Presidente Abu Mazen dal Cairo, dove è in corso una riunione straordinaria della Lega Araba che ha respinto il piano americano, ha annunciato la rottura di tutte le relazioni della Palestina con Israele e Stati Uniti e la sospensione di tutti gli accordi. "Non avremmo più rapporti con loro, nemmeno nell'ambito della sicurezza. Gli Usa" ha tuonato Hamas, "non sono più un Paese amico dei palestinesi". Il documento decantato da Trump come l'accordo del secolo, presentato a Washington il 28 gennaio, ha ottenuto ovviamente il benestare di Israele e il netto no dei paesi arabi. "Non accettero l'annessione di Gerusalemme, non voglio passare alla storia come colui che ha venduto Gerusalemme" ha affermato il leader palestinese, aggiungendo: "l'Autorità Nazionale palestinese non accetterà mai gli Usa come unico mediatore al tavolo dei negoziati con Israele". Il Presidente inoltre ha affermato: "Israele non è la patria solo degli ebrei, ma anche dei musulmani e dei cristiani. E sebbene gli Stati Uniti con la loro proposta abbiano dato agli israeliani oltre il 90% delle terre Palestinesi, Abu Mazen continua a credere nella pace. Il piano di Trump prevede la formazione di due stati, ma stabilisce che Gerusalemme sia la capitale indivisa di Israele, viene concessa ai palestinesi solo l'area di Abu Dis, un quartiere depresso di Gerusalemme est e non l'intera parte orientale della città. Sovranità israeliana anche sui luoghi sacri alle tre religioni monoteiste. Quanto ai territori e a un futuro stato palestinese, nel piano rappresentano solo il 22% della storica Palestina. della Valle del Giordano e delle colonie ebraiche in Cisgiordania. La proposta americana ha scatenato finora la collera e le violente proteste a Ramallah, a Hebron a Jenin e a Gerico.