Ue, accordo raggiunto: price cap gas 180 euro a megawattora

Almeno 16 Paesi europei esultano. Ognuno cerca di ascrivere a se e al proprio Governo parte del merito. L'espressione più comune è "finalmente". I Ministri europei dopo mesi che ne discutevano senza arrivare ad un accordo hanno definito esattamente: primo, di mettere un tetto al prezzo del gas naturale che quindi non potrà salire oltre un certo limite, secondo, di quantificare esattamente questo limite, quanto cioè deve essere alto il tetto. 180 euro megawatt/h. Terzo, le altre condizioni che fanno scattare il meccanismo che blocca il prezzo, e sono che rimanga sopra i 180 euro per più di 3 giorni e che sia superiore di 35 euro al prezzo del gas liquido scambiato nel resto del mondo. Questo è il provvedimento che Paesi come l'Italia chiedevano da almeno 9 mesi ed altri come la Germania avversavano perché timorosi di rimanere senza approvvigionamenti. I Ministri dell'energia hanno approvato il tetto a maggioranza qualificata e si è detta favorevole la stessa Germania. L'unica ad opporsi l'Ungheria che ha definito il Price Cap inutile e dannoso. Astenute, invece, Olanda ed Austria. Palese la soddisfazione del nostro Ministro dell'Energia Pichetto Fratin: "Devo dire che c'è una soddisfazione particolare per l'Italia, l'Italia è stato il Paese che più ha sostenuto la necessità che i Paesi dell'Unione Europea si accordassero per fermare questa esplosione speculativa". Il tetto è stato deciso che entrerà in vigore il prossimo febbraio. Ora il prezzo del gas è più basso di 180 euro ma ad esempio ad agosto aveva superato i 200. E il Price Cap sarebbe scattato e avrebbe reso le bollette certamente più basse. Immediata è arrivata la risposta di Mosca, che ha giudicato inaccettabile la misura, che, dice il Cremlino, viola la libera formazione del prezzo di mercato. Nel complesso nel provvedimento sono anche previste delle condizioni eccezionali per far venir meno il Price Cap, nel caso ad esempio ci sia un forte rischio di approvvigionamento energetico. Clausola inserita per ottenere l'ok di quei Paesi che più temono di rimanere senza combustibile.