Anche Ghazni è caduta. Kandahar e Herat sono circondate. I talebani segnano un'altra conquista nell'avanzata verso Kabul, partita in coincidenza con il disimpegno dei contingenti Usa e Nato dal Paese. Senza una svolta la capitale ha le settimane contate. Ghazni, 180 mila anime a 130 km a sud-est di Kabul, è un nodo strategico sulla ring road, l'autostrada che attraversa il Paese, che collega i capoluoghi di distretto come Kandahar e Herat. Ghazni è la decima città conquistata dai talebani. Fonti locali riportano ancora sporadici combattimenti delle forze lealiste, nell'edificio sede dell'intelligence fedele al Governo, ma bandiere di resa sono comparsi a scudo dei tanti militari in ritirata. Kabul sembra incapace di coalizzare i leader locali, i signori della guerra, i mujaheddin indipendenti in funzione anti talebana, anti islamista. Ora il 65% del territorio afghano è sotto il loro controllo e lì hanno già riportato la sharia. Così, dopo quasi vent'anni, il sogno di un'Afghanistan libero da l'integralismo islamico, democratico, con pari opportunità per uomini e donne, il sogno costato all'America mille miliardi di dollari e diversi miliardi alla Nato, si infrange in quest'agosto torrido. Ritorsioni sono in corso contro le famiglie fedeli al Governo di Kabul e quanti hanno mandato le proprie figlie a scuola e permettono alle proprie mogli di uscire senza chador. Non tutto è perduto però, il momento è molto grave. Combattimenti sono in corso anche a Kandahar, principale distretto di produzione dell'oppio. E ancora nel distretto di Farah, strategico nodo aeroportuale della via orientale del traffico aereo commerciale. Ora in mano talebana. Combattimenti anche ad Herat, dove i talebani hanno preso il controllo della frontiera con l'Iran ma, grazie all'appoggio dell'aviazione Nato, sono stati respinti dall'ingresso in città. Mentre l'amministrazione americana riduce a ranghi strettamente necessari il personale diplomatico a Kabul, la Cina fa il suo ingresso ufficiale nella trattativa in corso da due anni, senza successo a Doha, per un accordo di pace tra le forze in campo in Afghanistan.