Evacuare mettere in salvo tutti i connazionali e gli afghani in pericolo poi cercare di coinvolgere più nazioni possibili per la gestione dei profughi. Queste le priorità dell'Europa condivise con gli americani nella riunione da remoto del G7. Per organizzare il ponte aereo per aiutare chi vuole fuggire è necessario però interloquire con i talebani. Un riconoscimento è fuori discussione, un coordinamento con loro invece per Bruxelles è inevitabile. "Riguardo alla precedente dobbiamo dare supporto, assistenza da parte degli stati membri verso l'Afghanistan ma tutto questo deve essere basato su condizioni. La prima condizione deve essere garantito un accesso libero all'aiuto umanitario per poter aiutare fisicamente i cittadini afghani e poi questo è il punto numero uno. Punto numero due è altrettanto importante garantire che la lotta contro il terrorismo internazionale ma terrorismo in generale rimanga una priorità fondamentale. Punto numero tre abbiamo lavorato molto per promuovere, incoraggiare i diritti fondamentali, la protezione dei diritti delle donne, i diritti dell'uomo in generale, i diritti delle ragazze, delle bambine e anche delle minoranze." Il formato del G7 però non sembra essere più adeguato alla situazione. Una risposta globale al problema dei profughi afghani non può venire da una riunione in cui ci sono soltanto Stati Uniti, Canada, quattro stati europei e il Giappone ed è per questo che qui a Bruxelles anche è stato ricordato l'invito del Presidente del Consiglio Draghi a coinvolgere al più presto altri importanti stati nella cornice del G20. D'altra parte ancora una volta all'interno della stessa Unione Europea emergono fratture. La presidenza di turno dell'Unione rappresentata dalla Slovenia esclude l'apertura di corridoi umanitari per chi scappa da Kabul. La Grecia ha eretto un muro ad est mentre a Bruxelles si raccolgono soldi e si cerca di organizzare l'accoglienza dei rifugiati che dovranno essere ospitati negli Stati membri su base volontaria.